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24 aprile 2024, Aggiornato alle 19,49
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Cultura - Infrastrutture

Genova e il porto sepolto

Lo scalo moderno di Renzo Piano nasconde un pezzo di storia della città. La riflessione di Decio Lucano


di Decio Lucano - DL News

 

In mille a Palazzo Ducale ad ascoltare il sen. Renzo Piano che racconta come ha sepolto il Porto Vecchio nel 1992 rilanciando il Waterfront e il Blue Print affinché la città restituisca gli spazi che appartengono al mare, dove era, da ponente a levante. Mi ricorda il Porto sepolto di Giuseppe Ungaretti, versi del 1916, alla ricerca del porto sommerso nella propria anima, simbolicamente espressa dal porto sommerso di Alessandria d'Egitto. Forse Piano, tra tecnica e architettura, voleva fare anche filosofia; purtroppo il Porto Vecchio con i suoi antichi ponti, Embriaco, Spinola, Morosini, Calvi sono stati sacrificati dopo centinaia di anni all'attuale "Porto Antico", un complesso ludico e turistico (esclusi Acquario e Museo del Mare in Darsena). Dove sono i Lo Basso, la Rollandi, Iozzi, la Airaldi e altri storici per testimoniare che il Porto sepolto a Genova riposa nello specchio acqueo del Porto Antico? Il pubblico non deve conoscere la storia?

 

E che cos'è questo teorema dell'acqua di mare che da ponente arriverà alla Fiera, fatta a pezzi e la terra si ritira, quando in tutti i Paesi del mondo (Singapore insegna) è la terra che strappa al mare le superfici che le servono. Concludendo con la Fiera, date un'occhiata alla nuova Torre Piloti davanti al padiglione Jean Nouvel, non vi sembra un po' "anemica"? I mille del Ducale avranno, data la materia specifica e complessa, capito qualcosa pur supportati dagli interventi culturali di Maurizio Maggiani?