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23 aprile 2024, Aggiornato alle 12,07
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Politiche marittime

Terminal portuali senza Imu, ok della Camera

Approvato emendamento, che ora dovrà essere inserito nella legge di bilancio. La categoria risparmierà 33 milioni di euro


Le banchine e le aree scoperte dei porti sono immobili destinati a usi «particolari», anche se concessi ai privati. La Commissione Bilancio della Camera ha approvato, nell'ultima seduta dell'anno, un emendamento che esenta i terminal dal pagamento dell'Imu. Ora l'emendamento dovrà essere inserito nella legge di bilancio, in discussione in Parlamento.

Da gennaio 2019 i proprietari dei terminal e dei piazzali potranno chiedere il declassamento dei loro immobili, che passano alla categoria E/1. Un risparmio per gli operatori calcolato in 33 milioni di euro. Restano escluse le strutture destinate a usi da diporto, turismo e crociere, ovvero non funzionali alle operazioni portuali merciologiche, anche se vi rientrano «le aree scoperte dei medesimi porti adibite al servizio passeggeri, compresi i crocieristi»: quindi non le stazioni marittime ma i piazzali antistanti sì.

«Le banchine – si legge nell'emendamento - e le aree scoperte dei porti di rilevanza economica nazionale e internazionale rientranti nelle autorità di sistema portuale di cui all'Allegato A della legge 2 gennaio 1994, n. 84, adibite alle operazioni e ai servizi portuali afferenti merci e passeggeri di cui al comma 1 dell'articolo 16 della medesima legge, le connesse infrastrutture stradali e ferroviarie, nonché i depositi ivi ubicati strettamente funzionali alle suddette operazioni e servizi portuali, costituiscono immobili a destinazione particolare, da censire in catasto nella categoria E/1, anche se affidati in concessione a privati. Sono parimenti censite nella categoria E/1 le banchine e le aree scoperte dei medesimi porti adibite al servizio passeggeri, compresi i crocieristi».