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28 marzo 2024, Aggiornato alle 16,33
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Logistica

Sciopero Conateco, in ginocchio il traffico container

Dopo otto giorni di sciopero in due settimane, sono almeno duemila i container persi dall'indotto. Gli operatori scrivono alla Regione


Almeno duemila container persi, pari a non meno di un milione e mezzo di euro bruciati per un indotto di circa 7mila persone. Sono i danni, calcolati dal Fai-autotrasporto regionale, arrecati finora dagli otto giorni di sciopero totalizzati nelle ultime due settimane (dal 13 al 28 luglio) dal terminal container Conateco di Napoli. Danni «gravissimi» per la filiera portuale, come scrivono spedizionieri, autotrasportatori e agenti marittimi al governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca. «Questa situazione ha già determinato dirottamenti di traffico verso altri porti con conseguenze disastrose per lo scalo partenopeo», spiegano gli operatori di Napoli al presidente De Luca, «senza considerare i notevoli ritardi nella consegna delle merci all'importazione e negli imbarchi delle merci all'esportazione, che stanno mettendo in seria crisi le aziende importatrici ed esportatrici che utilizzano il porto di Napoli». Una situazione pesante per gli operatori, «pur comprendendo – specificano - sia le ragioni del personale dipendente di Conateco che le notevoli difficoltà in cui versa il terminal». Le navi non sbarcate e i contenitori dirottati su altri porti provocano ritardi soprattutto al rifornimento delle industrie chimiche e agroalimentari della Campania. Fit-Cisl, Uiltrasporti e Ugl, senza la Cgil, hanno proclamato altre quattro giornate di sciopero di ventiquattr'ore: 3, 4, 6 e 7 agosto della settimana prossima. 
«Siamo lontani da quello che la Regione Campania plaudeva la settimana scorsa come un'occasione di rilancio per il porto, quando c'è stato l'accordo sulla cassa integrazione – commenta il segretario Fai-autotrasporto regionale Ciro Russo – oggi le posizioni si sono irrigidite e non vedo una via di uscita».
 
Perché si sciopera
La questione al centro dello sciopero è il ripristino dell'accordo di secondo livello, ovvero la revoca di un taglio medio in busta paga di 250 euro per tutti i 354 dipendenti Conateco, già scattato a luglio. Il fermo di oggi e domani è stato proclamato giovedì scorso, due giorni dopo la riunione alla Ormel tra sindacati, Regione Campania e azienda, che ha portato a un importante accordo sulla cassa integrazione che ha scongiurato 101 licenziamenti. Fit-Cisl, Uiltrasporti e Ugl, che insieme rappresentano la maggior parte dei dipendenti, hanno scelto la linea dura e il grosso dei dipendenti Conateco è ora intenzionato ad andare avanti con lo sciopero finché non verrà ripristinato l'accordo di secondo livello e con esso una busta paga senza tagli. È su questa linea di condotta della contrattazione che le sigle non vanno avanti compatte, con la sola Filt-Cgil che non ha aderito allo sciopero. 
 
Indotto locale in standby
Naturalmente, in un terminal in queste condizioni le navi non possono approdare. Si stima che per ogni giornata di sciopero i contenitori non movimentati sono poco più di mille, un valore per l'indotto intorno al mezzo milione di euro. Merce (e soldi) che non andrà persa del tutto, ma che arriverà con settimane di ritardo da altri porti, bypassando la logistica napoletana. Nel semestre il traffico del terminal è tornato a crescere.  
 
P. Bo.