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28 marzo 2024, Aggiornato alle 16,33
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Politiche marittime

Sciopero Conateco, i trasportatori prendono le distanze

La Fai di Napoli non si associa alla protesta dei lavoratori del terminalista e ne denuncia le carenze. Dubbi sulle vere motivazioni della agitazione


I trasportatori del porto di Napoli aderenti alla Fai, Federazione autotrasportatori italiani, prendono le distanze dalla protesta dei terminalisti Conateco e Soteco e lo fanno in un duro e chiaro comunicato nell'imminenza della riunione in prefettura stabilita per mercoledì 2 luglio.
«Contrariamente a quanto riportato dagli organi di stampa -spiega la Fai di Napoli- gli autotrasportatori non si sono mai associati al fermo indetto dai lavoratori del terminal, pur comprendendo le giuste preoccupazioni legate al mantenimento dei livelli occupazionali».
«Da un'analisi attenta -continua la nota- risulta che i veri danneggiati da questa protesta sono proprio le imprese di autotrasporto costrette a subire un fermo forzato delle attività, e gli importatori che rischiano, una volta tornati alla normalità, di pagare anche le soste derivanti dal mancato ritiro dei contenitori. Maggiore comprensione si sarebbe avuta se i lavoratori del Conateco avessero sospeso anche le attività di carico e scarico delle navi, eliminando qualsiasi dubbio in merito alla natura della protesta».
Dubbi sui veri motivi della protesta vengono poi espressi nel seguente passaggio: «Non vorremmo che questo fermo fosse strumentale a celare altri problemi che la proprietà del Conateco avrebbe nei confronti dell'Autorità portuale, certamente responsabile insieme alla governance politica, dei mancati dragaggi e del mancato potenziamento delle banchine. In poche parole dei ritardi del porto». «La verità - denuncia la Fai - è che in questi anni il servizio terminalistico offerto alla città, e quindi ai trasportatori, è stato di pessima qualità, nonostante il calo di traffico. Quindi, se alcune compagnie hanno deciso di abbandonare Napoli per il vicino porto di Salerno non tutte le colpe sono da addebitare all'Autorità Portuale, ma forse occorrerebbe un esame di coscienza da parte del vertice del Conateco». La nota si conclude con un appello alle istituzioni, al governatore Caldoro ed al ministro Lupi, affinché «inizino a lavorare seriamente per il porto di Napoli che rappresenta la più grande industria del Sud Italia».