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23 aprile 2024, Aggiornato alle 10,08
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Infrastrutture

Salerno, nel 2017 crescita container a doppia cifra

+13 per cento sul 2016, movimentati circa 50 mila teu in più. Sct +18 per cento. Gallozzi: "Cresceremo anche quest'anno. Sicurezza, infrastrutture e manutenzione per migliorare la capacità competitiva del porto"


Il porto di Salerno conclude il 2017 movimentando circa 50 mila teu in più, con un incremento del traffico contenitori che si stima intorno al 13 per cento: tra 420 mila e 430 mila teu, secondo le prime valutazioni, rispetto ai 380 mila teu del 2016. All'interno di questo perimetro statistico il Salerno Container Terminal (Sct) del gruppo Gallozzi ha movimentato l'anno scorso circa l'80 per cento delle merci in contenitori lavorate nello scalo salernitano, attestando il proprio trend anno su anno al 18 per cento. Dati che confermano il trend strutturale e che, se inseriti nella prospettiva previsionale relativa al 2018, lasciano presagire per quest'anno ulteriori margini di miglioramento.

Il commento di Agostino Gallozzi
«Di fronte a questo quadro basato sui numeri – sottolinea Agostino Gallozzi, presidente di Sct - siamo convinti che il porto di Salerno sia sulla strada giusta per continuare a competere con successo, come, peraltro, confermato dai grandi top player dello shipping internazionale che hanno scelto nel 2017 il nostro scalo per implementare nuove linee e collegamenti con le principali destinazioni commerciali del mondo: due nuovi servizi settimanali per gli Stati Uniti, un terzo nuovo servizio settimanale per il Nord Europa, potenziamento dei collegamenti con Cina ed Estremo Oriente, Sud America, Canada, Medio Oriente, Africa e Mediterraneo. Il livello di affidabilità, efficienza e di convenienza economica raggiunto dalla realtà portuale salernitana è tale da avere consentito politiche commerciali espansive anche in un periodo, ormai alle spalle, caratterizzato da un ciclo negativo, perché il successo ed il valore aggiunto di un porto si misura non solo in termini statistico-quantitativi, ma innanzitutto in termini di pluri-connettività competitiva, offerta alle aziende del territorio, rispetto ai mercati globali. 

«Il cammino verso il gigantismo navale – continua Gallozzi – rafforzato dalle fusioni e dalle grandi alleanze, già presenti e non a caso a Salerno, è inarrestabile. Solo i porti in grado di ospitare all'ormeggio navi di più grandi dimensioni avranno la possibilità di crescere. Il porto di Salerno si presenta pronto a questa sfida e nei prossimi anni potrà approfittare di ogni opportunità che si presenterà sul mercato. La lunghezza delle navi di nuova generazione è infatti compatibile con la lunghezza delle banchine del porto di Salerno, che è di 380 metri. E, naturalmente, le progettualità già definite relative all'allargamento dell'imboccatura, all'approfondimento dei fondali e alla realizzazione delle gallerie di collegamento con le arterie stradali, rappresentano lo snodo determinante per consentire alla comunità di imprese e di lavoratori del porto di Salerno di continuare a recitare un ruolo di primo piano al servizio dell'economia del nostro territorio (ed anche in confini molto più ampi), supportando in maniera sostanziale l'inserimento nei mercati internazionali di un'ampia e significativa fetta delle industrie manifatturiere e di trasformazione, del salernitano e della Campania.

«È appena il caso di ribadire la nostra convinzione – conclude Gallozzi – che il pieno decollo dell'Autorità di sistema portuale del Tirreno centrale possa rappresentare un punto di forza nell'ambito di questa strategia, a patto che il 2018 sia l'anno della svolta per il miglioramento della qualità infrastrutturale dello scalo e, nello stesso tempo, di una vasta ed approfondita opera di potenziamento della qualità delle strutture interne, con interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria a banchine, arterie stradali, viabilità. Senza alcun dubbio, con la supervisione dell'Autorità Portuale e con il sempre valido e fondamentale supporto dell'Autorità Marittima salernitana, fin da subito è necessario attivare un percorso con lavoratori ed imprese, dal punto di vista dell'implementazione delle politiche della formazione professionale e della sicurezza sul lavoro».