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28 marzo 2024, Aggiornato alle 16,33
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Armatori

Ripresa ed incognite sulle rotte greche. Armatori a confronto

Minoan con più luci e meno ombre. Attica e Anek riusciranno a tappare le perdite? Tra Italia e Grecia troppo naviglio obsoleto


Compagnie greche a confronto nel primo semestre dell'anno, quello dove realisticamente gli armatori devono gestire perdite che poi, prevedibilmente, assorbiranno, talvolta diventando utile, nella seconda parte dell'anno, quella che include la stagione estiva.
Nei primi sei mesi del 2013 le compagnie hanno registrato un incoraggiante aumento di traffico e di fatturato rispetto ai primi sei mesi del 2012, anche se sui risultati ha poi influito sopratutto il peso del costo del carburante. Minoan Lines, Attica Group e Anek Lines  sono tra i principali operatori tra l'Italia e la Grecia attivi nel settore dei traghetti. Nonostante registrino perdite nel primo semestre dell'anno i risultati sono diversi e questi andranno a riflettersi nel secondo periodo dell'anno, quello più produttivo. Da dati in nostro possesso risulta che Minoan, società controllata dal gruppo Grimaldi di Napoli, a fronte di un fatturato di 70 milioni  chiude con perdite al netto delle imposte di 9 milioni (-60% rispetto al semestre 2012) ed un utile operativo di 2,9 milioni (-8,4 nel 2012). Attica, che ha fatturato 106 milioni nel semestre, chiude la prima metà dell'anno con perdite per 21 milioni (circa 30 nel 2012) ed un Ebitda di -0,94 milioni (-10,8). Più pesante appare la situazione di Anek che a fronte di un fatturato di 73 milioni registra perdite per 19,4 milioni e un utile operativo negativo per 5,5 milioni. Più indietro Nel Lines che, su un fatturato di 23,4 milioni, denuncia perdite per 10,3 ed un Ebitda negativo per 3,8 milioni.
A voler analizzare i dati, realisticamente, quella messa meglio è Minoan Lines che, rispetto alle dirette concorrenti Anek e Attica, operando in Adriatico e sulle rotte cretesi, prospetta maggiori margini di miglioramento essendo intervenuta su flotta ed operatività guadagnando in qualità del servizio ed affidabilità dei mezzi . Nella sostanza appare probabile che, nella seconda parte dell'anno,  quella più remunerativa che include la stagione estiva, possa recuperare la perdita dei primi sei mesi e portare la società con un utile di bilancio. Se questa è la situazione, per la quale si opera su margini obiettivamente molto ristretti, c'è da chiedersi come le altre due compagnie greche, Attica e Anek, che insieme registrano una perdita di oltre 40 milioni, possano recuperare nella seconda parte dell'anno.
Tra l'altro, sempre secondo nostre informazioni, Anek ha una situazione maggiormente imbarazzante avendo una capitalizzazione in borsa di 15 milioni a fronte di una perdita di più di 19 milioni nei primi sei mesi. È lecito quindi domandarsi ancora come, con un trasportato più o meno stabilmente diviso, compagnie con un medesimo giro d'affari possano recuperare perdite così diverse in ordine di grandezza.
Significativo, in questo senso, quanto dichiara Gerassimos Strintzis, presidente di Hellenic Seaways, al Lloyd's List. "Ci sono casi -ammette Strintzis- in cui compagnie in bancarotta che non hanno pagato le tasse o il fondo pensione o addirittura a volte il loro equipaggio che sono ancora sul mercato, in un caso con un nome diverso, per competere con aziende che invece sottostanno a tutti gli stessi obblighi". Compagnie, tra l'altro, che utilizzano naviglio molto vecchio, talvolta anche con oltre trent'anni di attività alle spalle e per il quale l'utenza, sopratutto quella estiva, denuncia carenze nelle strutture delle navi ed una qualità di servizio al di sotto degli standard minimi di decenza.