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19 aprile 2024, Aggiornato alle 18,53
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Infrastrutture

Riforma, operatori critici sul Tavolo dei privati

Il decreto di riordino delle autorità portuali è tutto sommato positivo, ma la rappresentanza delle imprese non convince Confitarma e Assiterminal

Il cluster del mare approva la riforma dei porti in preparazione dal ministero dei Trasporti. C'è lo sportello unico, la "sburocrazia", ma gli operatori bocciano il "tavolo di partenariato della risorsa mare", o meglio ne vogliono maggiormente chiarite le funzioni. Una preoccupazione esternata in audizione alla Commissione Lavori Pubblici del Senato che ieri ha ascoltato Assiterminal, Federagenti e Confitarma. 

Il Tavolo è il luogo nel quale, con l'arrivo della riforma, confluiranno le rappresentanze societarie del porto, attualmente presenti insieme alle istituzioni nel Comitato portuale, il "parlamentino" dell'Autorità portuale spesso paralizzato proprio da conflitti di interesse tra privato e pubblico. Nella riforma ci sarà invece da una parte il nuovo "Comitato di gestione" con le sole istituzioni, dall'altro questo "Tavolo di partenariato" con le rappresentanze dei privati. Essendo quest'ultimo un organismo del tutto nuovo, ancora non è chiaro come funzionerà: gli operatori sperano che funzioni.

«Ci preoccupa la mancanza di definizione dei membri di questo tavolo», afferma il responsabile Porti e Infrastrutture di Confitarma, Giuseppe Lombardi. «Il decreto di governance decide di elidere la presenza delle imprese dall'organo di governo dell'Autorità di sistema, rispettiamo la decisione ma chiediamo che la voce delle industrie sia comunque garantita», aggiunge il presidente Assiterminal Marco Conforti. Agli operatori, insomma, della riforma non convince la moltiplicazione delle autorità di controllo, preoccupazioni in linea con i punti deboli del decreto ministeriale sottolineati un mese fa dal Consiglio di Stato.