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29 marzo 2024, Aggiornato alle 12,33
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Riforma dei porti, Delrio: "Manca poco"

Tra regolamenti ministeriali e decreti arrivano sportello unico, concessioni e dragaggi. Senza dimenticare la governance. Da Bari, al primo convegno nazionale su porti e logistica, il ministro rassicura gli operatori 


Incentivi ad autostrade del mare e ferrovie (con annessi collegamenti tra i porti), e poi sportello unico, sdoganamento in mare, nuovo regolamento delle concessioni e semplificazione normativa sui dragaggi. Al primo "Forum Nazionale della portualità e della logistica", tenutosi ieri a Bari e organizzato da Rete Autostrade del Mare (Ram), in house del ministero dei Trasporti, il capo del dicastero delle Infrastrutture rassicura sulla riforma dei porti e sul piano strategico della logistica: stanno arrivando. Scorporati in più interventi tra regolamenti ministeriali, circolari delle autorità e decreti legislativi, ma comunque in dirittura di arrivo. I presidenti dei porti, per esempio, come anticipato dal consulente del dicastero Luigi Merlo, dovrebbero arrivare entro giugno.

«La riforma della portualità e della logistica è a buon punto  – ha affermato il ministro Trasporti Graziano Delrio –. Oggi tocchiamo con mano che tutte le misure adottate per il "sistema mare" e per un'Italia come "pontile dell'Europa" stanno procedendo con energia: incentivi ferrobonus e marebonus, collegamenti ferroviari con i porti, sportello doganale unico e sdoganamento in mare, regolamento per le concessioni, semplificazione della normativa per escavi e dragaggi. Le riforme spingono l'economia del mare. Una "blue economy" sostenibile ed intelligente  al servizio della crescita del Paese».

«Questa non è una riforma, preferisco definirli passi. Voglio vedere il piano globale della portualità. Le nomine ci premono, perché una lunga gestione commissariale rischia di bloccare un porto, ma ci sono anche altri obiettivi a media e lunga scadenza», commenta il presidente Federagenti Michele Pappalardo. Per il presidente Confitarma, Emenuele Grimaldi, la riforma dei porti ha «più rischi che opportunità: con gli accorpamenti c'è il pericolo di perdere competitività tra porti e che questi preferiscano vivere di rendita. Più competizione tra scali dà vantaggi a noi armatori».

Sul nuovo codice delle concessioni manca «solo la registrazione da parte del Consiglio di stato per il regolamento ministeriale», rassicura Stefano Zunarelli della struttura tecnica di missione del ministero dei Trasporti. Un regolamento di attuazione che «valorizza il ruolo delle nuove autorità di sistema portuale e rafforza quello di vigilanza e coordinamento del ministero, così da garantire coerenza delle scelte».

Sullo sportello unico doganale, «oggi – ricorda Giuseppe Peleggi, direttore dell'Agenzia dei Monopoli – i corridoi su gomma coprono tratte per 1,298 chilometri, quelli intermodali per 500 chilometri e su ferro 100».

Infine, sullo sdoganamento anticipato in mare, il cosiddetto "pre-clering", sono attualmente 17 i porti che lo stanno sperimentando, «oltre 3,500 navi da febbraio 2014 a oggi hanno utilizzato la procedura» afferma Peleggi.