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18 aprile 2024, Aggiornato alle 19,59
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Politiche marittime

Riforma dei porti, anche Taranto non vuole sparire

Dalla Regione Puglia una lettera di Forza Italia e Sel a Renzi contro la possibilità di accorpare l'Autorità portuale


Una dettagliata missiva al premier Renzi a difesa del ruolo dell'Autorità portuale di Taranto. L'hanno scritta insieme i consiglieri regionali Arnaldo Sala (Forza Italia) e Alfredo Cervellera (Sinistra Ecologia e Libertà) difendendo lo scalo pugliese quale porto centrale della regione, rivendicando «un sacrosanto diritto». Il diritto è quello di non essere accorpato come ente porto in vista della riforma della legge 84/94.
I due consiglieri portano all'attenzione del presidente del Consiglio le reti Ten-T, modello tra l'altro a cui si ispira proprio la riforma proposta dal Partito Democratico. Già dal 2011 Taranto è stato annoverato «tra i principali 319 porti europei ritenuti dell'Ue come "fondamentali" per un funzionamento del mercato interno e dell'economia europea». «Con Genova e Trieste – continuano – è uno dei tre porti italiani compresi tra i venti principali continentali», nonché «uno dei quattordici italiani riconosciuti dall'Ue "core ports" nell'ambito della programmazione Ten-T», ed è infine «inserito nel corridoio Helsinki-La Valletta».
Invece, a sentire la stampa, affermano Cervellera e Sala, pare che l'Autorità portuale di Taranto, se dovesse passare l'idea di riforma del Pd, sarà «sacrificata, con la soppressione a favore di Civitavecchia che non ha nessuno dei suddetti requisiti Ue». I consiglieri non sono contro la riforma, né contro un'"Autorità portuale logistica pugliese", piuttosto contro l'ipotesi di sopprimere tutte le authorities sotto questa autorità regionale. «Il futuro del porto di Taranto – concludono – dovrà comunque essere sede di Autorità portuale, al di là di quale criterio venga prescelto per la riorganizzazione della portualità nazionale».