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28 marzo 2024, Aggiornato alle 16,33
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Infrastrutture

Porti turistici, Corte Costituzionale: "No ad aumenti indifferenziati dei canoni demaniali"

L'organo giudicante dello Stato ha fornito una interpretazione della norma in linea con le richieste del comparto nautico


Buone notizie per il comparto nautico in merito agli aumenti dei canoni di concessione demaniale degli scali. Chiamata a giudicare la legge che ha modificato unilateralmente e retroattivamente le concessioni-contratto dei porti turistici, la Corte Costituzionale ha infatti fornito una interpretazione della norma in linea con le richieste di Ucina Confindustria Nautica, Assomarinas, Federturismo Confindustria e le marine associate Assonat (Promomar e Marina Punta Ala): i criteri di calcolo dei canoni basati su valori immobiliari di mercato possono riferirsi solo alle opere che già appartenevano allo Stato (e quindi che già possedevano la qualità di beni demaniali) al momento del rilascio della concessione. Per le opere ancora da realizzare o realizzate a cura del concessionario, il calcolo dei nuovi valori immobiliari può avvenire solo al termine della concessione e non già nel corso della medesima.

"La Corte ci ha dato un'interpretazione costituzionalmente corretta della disposizione di legge che impone ai giudici amministrativi di considerare la natura e le caratteristiche dei beni oggetto della concessione, evitando l'applicazione generalizzata degli aumenti dei canoni legati ai valori immobiliari. I porti turistici interessati potranno far valere questo principio nei giudizi di fronte ai Tar e al Consiglio di stato, finalizzati alla corretta ridefinizione dei canoni" commenta soddisfatta Carla Demaria, presidente Ucina, a nome delle associazioni di categoria che hanno sostenuto la costituzione in giudizio di fronte alla Suprema Corte.