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18 maggio 2024, Aggiornato alle 18,37
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Infrastrutture

Porti d'Italia, vanno giù quelli di transhipment

Il totale della movimentazione nel 2011 ha fatto segnare una perdita del 2,4 per cento. Gli scali storici a destinazione finale, come Genova, mantengono un trend positivo, ma si allarga il divario con le città spagnole 


La perdita dei traffici garantiti dal gruppo Maersk, a partire dal maggio dello scorso anno, si è tradotta per il porto di Gioia Tauro in un taglio di quasi un quinto della sua movimentazione container. Infatti, i 2,3 milioni di teu totalizzati nel 2011, sono il 19,2 per cento in meno rispetto al  2010. E il netto calo dello scalo calabrese ha inciso pesantemente sui dati relativi al totale della movimentazione nei porti della Penisola, che hanno fatto registrare nel complesso un –2,4%. Dalle stime fornite da Contship Italia Group e analizzate dal Sole 24 Ore, emerge che le perdite sommate dai porti di trasbordo raggiungono il –15,1 per cento. Mentre l'import-export di container negli scali di destinazione finale fanno segnare un +8,3 per cento.
Per invertire il trend fortemente negativo, a Gioia Tauro ripongono molte speranze nel nuovo assetto azionario del Medcenter container terminal di Gioia, che ha visto, a gennaio, entrare nella compagine societaria Terminal investment limited (Til), la società terminalistica che fa capo al gruppo Aponte (Msc). Un segno che il gruppo di Ginevra continua a puntare su Gioia, nonostante la concorrenza che lo scalo subisce da Port Said e Tangermed, e questo dovrebbe innescare una nuova fase di crescita.  Anche Cagliari, altro scalo di trasbordo, segna, con 613mila teu, -2,4 per cento. Mentre Taranto, terzo porto di transhipment italiano con 604mila teu segna ancora un +3,9% nel 2011, destinato, però, a ridimensionarsi fortemente quest'anno, visto che il terminal ha perso, dopo l'estate, le toccate di Evergreen suo principale cliente.
Sono invece migliori le performance dei porti di destinazione finale. Genova ha fatto registrare 1,8 milioni di container, tornando al livello pre-crisi del 2007. Nel Mediterraneo, però, la Spagna resta leader dei traffici, con Barcellona che si è attestato sui 2 milioni di teu segnando +4 per cento e soprattutto con Valencia, che arriva a 4,3 milioni di teu (buona parte di transhipment) totalizzando + 2,8 per cento.
Tornando in Italia, buon risultato fanno segnare La Spezia, con 1,3 milioni di teu (+1,7%) e Livorno, che arriva a 637mila teu (+1,5%). In controtendenza solo i porti campani, con Napoli che scende a 527mila teu (-0,8%) e Salerno che totalizza un -2,2% pari a 201mila teu. Sul versante Adriatico si registrano le crescite maggiori, ma a fronte di volumi di traffico decisamente inferiori a quelli tirrenici. In testa c'è Trieste, con +39,6% e 393mila teu; poi Ravenna, con +17,8% e 215mila teu e infine Venezia con +16,5% e 458mila teu.  Rimane comunque enorme la distanza tra i porti italiani e quelli del Nord-Europa. Rotterdam, nel 2011, ha raggiunto 11,8 milioni di teu (+6,5%) e Amburgo 9 milioni (+14%). In quell'area, di segno negativo soltanto i dati relativi a Le Havre, che si è attestata sui 2,2 milioni (-6%).