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28 marzo 2024, Aggiornato alle 16,33
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Infrastrutture

Port Integration, le buone prassi dell'intermodalità

Il progetto europeo coinvolge dieci porti, fra cui quelli di Amburgo, Anversa, Valencia e Marsiglia. Per l'Italia sono presenti la Camera di Commercio di Genova e il Comune di Ancona


La cooperazione internazionale è la via maestra per promuovere l'innovazione nel settore del trasporto intermodale mare-terra. Ne sono convinti i soggetti istituzionali che partecipano al progetto Port Integration: dieci porti europei, fra cui quelli di Amburgo, Anversa, Valencia e Marsiglia. Per l'Italia invece sono presenti la Camera di commercio di Genova e il Comune di Ancona. In un incontro organizzato da Cisco nel capoluogo ligure, si è cercato di capire come gli interporti possano essere strumenti logistico-operativi al servizio degli scali marittimi. L'obiettivo del progetto è individuare e valutare le "buone prassi", le migliori soluzioni concrete adottate dai diversi paesi per risolvere i loro problemi di collegamento fra porto e retroporto. Alla fine del percorso i risultati verranno presentati alla Commissione europea, che ne terrà conto per definire la propria politica dei trasporti, ad esempio in vista della compilazione del libro bianco o della direttiva sui porti annunciata recentemente. Il caso del porto di Genova, riferisce Il Secolo XIX, è stato sintetizzato da Giordano Bruno Guerrini, segretario generale di Cisco. Dal punto di vista infrastrutturale, invece, sono stati esaminati l'interporto di Rivalta Scrivia, il terzo valico ferroviario, in via di realizzazione, e il progetto del Burco, recentemente rilanciato con l'inserimento nelle linee guida del Piano regolatore portuale.