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19 aprile 2024, Aggiornato alle 10,23
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Pirateria nel Golfo di Guinea, l'Ue contrattacca

Un nuovo programma comunitario, che coinvolge sette Paesi dell'area, prevede la formazione specifica della Guardia Costiera e la creazione di una rete informativa tra i governi interessati 


Proprio quando sembrava che le iniziative politico-militari della comunità internazionale stessero cominciando ad arginare il fenomeno della pirateria somala, ecco che il problema degli assalti alle navi riemerge dall'altro lato del continente africano, sulle coste occidentali, come dimostra il recente caso della Asso 21. L'accresciuta attenzione da parte dei governi verso la nuova area di crisi (dove per la verità i primi attacchi risalgono al 2005) è confermata dal piano appena varato dall'Unione Europea, il Critical Maritime Routes in the Gulf of Guinea Programme (CRIMGO), che verrà attuato in sette Paesi del Golfo di Guinea: Benin, Camerun, Guinea Equatoriale, Gabon, Nigeria, San Tomas e Principe, Togo. Esperti giunti dal Vecchio Continente si occuperanno della formazione specifica per la Guardia Costiera e l'istituzione di una rete informativa tra i governi interessati.
Al programma, per il quale saranno stanziati 4,5 milioni di euro, partecipano diverse istituzioni civili e militari: France Expertise International (Francia), Direction de la Coopération de Sécurité et de Défense (Francia), Direção-Geral do Polítca do Mar (Portogallo), Fundación Internacional y paralberoamérica de Administración y Políticas Públicas (Spagna), Foreign and Commonwealth Office (Gran Bretagna), Satakunta University of Applied Sciences (Finlandia), International Maritime Safety Security Environment Academy (Italia) e Szczecin Maritime University (Polonia). Solo in Nigeria, in base ai dati forniti dall'International maritime Otganization (Imo), si contano 98 casi di assalti armati alle navi negli ultimi quattro anni.

M. Mo.