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19 aprile 2024, Aggiornato alle 18,53
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Pirateria, addio ai fucilieri San Marco

Le navi italiane non imbarcheranno più uomini della Marina, solo contractor. Pinotti: "L'emergenza pirateria è finita"


Un po' per il caso dei fucilieri in India, ma soprattutto perché l'emergenza pirateria non c'è più, l'Italia mette la parola fine all'imbarco di uomini della Marina a difesa dei mercantili italiani. Lo ha annunciato giovedì scorso il ministro della Difesa Roberta Pinotti (foto) nel corso di un'audizione alle Commissioni Esterie Difesa di Camera e Senato. Una decisione che segna la fine di un periodo, compreso tra il 2010 e il 2013 con un picco nel 2011, di una vera emergenza pirateria per le navi commerciali che viaggiavano dall'Asia all'Europa. Addio ai "nuclei armati di protezione", ovvero i fucilieri del battaglione San Marco, «considerato – afferma Pinotti - il positivo trend rappresentato dalla diminuzione degli attacchi dei pirati negli ultimi mesi, nonché l'ormai avvenuto perfezionamento delle procedure che consentono di ricorrere alla difesa dei mercantili». 

Questo non significa che le navi battenti bandiera italiana non godranno più di protezione armata, ma che ad occuparsene non sarà più lo Stato italiano bensì soltanto i cosiddetti "contractors", per la legge italiana (la 266/2012) delle specie di guardie giurate militari ("guardie giurate particolari") addestrate per difendere le navi. Il decreto era stato modificato ad aprile 2013 dopo un blocco giuridico che di fatto impediva agli armatori di scegliere tra privati e Marina, obbligandoli a "scegliere" solo i secondi. «Abbiamo deciso – spiega Pinotti - di terminare nei prossimi mesi le attività dei nuclei militari di protezione imbarcati su navi mercantili italiane per il contrasto della pirateria. La fine di queste missioni, che risponde anche a richieste da diverse parti politiche, è dovuta anche alla significativa diminuzione degli attacchi e al ricorso sempre più esteso a compagnie private di sicurezza da parte delle compagnie di navigazione».

Concretamente per l'Italia significa interrompere la partecipazione ad Ocean Shield, operazione Nato a difesa delle navi dell'alleanza che navigano nei pressi del golfo di Aden e del Corno d'Africa. L'Italia vi partecipava con i "nuclei armati di protezione", autorizzati ad imbarcarsi dal governo italiano circa quattro anni fa. Gli armatori che ne facevano richiesta ne potevano imbarcarne fino a un massimo di tre. Oggi questa necessità non c'è più, viaggiare tra i mari dell'India occidentale e quelli a est dell'Africa, fino al largo di Gibuti, nei pressi del golfo di Aden, non è più così pericoloso. Restano sempre zone a rischio, al largo della Nigeria (dove c'è la pirateria più violenta), alcuni tratti di mare del subcontinente indiano, alcuni specchi d'acqua al largo della Cina, e alcune zone del sudamerica, dal lato dell'oceano Atlantico.