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19 aprile 2024, Aggiornato alle 18,53
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Più incidenti marittimi, assicurazioni in allarme

Secondo la compagnia britannica Standard P&I, negli ultimi dieci anni le collisioni tra navi e all'interno dei porti sono aumentate del cinquanta per cento


Mancanza di addestramento di piloti, capitani ed equipaggi. Incapacità a gestire la nave mentre è in movimento: secondo le compagnie di assicurazione specializzate nel settore marittimo, questi sono  solo alcuni dei motivi che hanno causati negli ultimi tempi una impennata di sinistri durante la navigazione. Non è bastata ad arginare il fenomeno neanche l'introduzione dell'alta tecnologia, come le carte elettroniche, i sistemi di identificazione (AIS), i GPS e i controlli al traffico marittimo (VTS). In una recente indagine che analizza il numero e l'impatto economico degli incidenti, condotta da Standard P&I Club, compagnia britannica che copre armatori, operatori e noleggiatori in caso di danno verso terzi, emerge che negli ultimi cinque anni sono registrate 85 richieste di risarcimento di oltre 1 milione di dollari, di cui oltre la metà "direttamente correlati a problemi di navigazione". Di questi reclami il 42% riguarda collisioni, il 32% scontri con corpi come boe, banchine, frangiflutti, ormeggi e gru, il 15% durante l'attracco. Il 16% si è verificato quando la nave era sotto la guida di un pilota. Il report segnala che dal punto di vista finanziario gli incidenti (80 per cento in navigazione) sono costati 376 milioni di dollari. Tra il 2000 e il 2010 – rileva Standard P&I – si è registrato un aumento costante del numero medio di collisioni fino al cinquanta per cento.