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26 aprile 2024, Aggiornato alle 17,27
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Politiche marittime

Napoli parla di ecoship

Al convegno internazionale Shipping and the Law di Francesco Saverio Lauro il tema principale è stato la sfida tecnologica per realizzare navi sempre meno inquinanti. Tra le rigide norme Ue e il benvoluto risparmio energetico | fotogalleria


di Paolo Bosso 
 
Il futuro dello shipping è ecologico, o meglio ecoship. Ne è convinto il parterre di invitati a Napoli, nella splendida cornice del monastero di Santa Chiara, in occasione del IV convegno internazionale Shipping And the Law in the recent and current markets organizzato dall'avvocato marittimista, ed ex presidente dell'Authority di Napoli, Francesco Saverio Lauro. Ma nessuno ha saputo dare una risposta precisa su come sarà questo futuro, le incognite sono tante e pesa soprattutto un mercato in crisi senza soluzione di continuità. «Il 2008 è stato l'inizio della fine, il 2009 è stato molto cattivo. Il 2010 ha segnato una piccola ripresa, il 2011 è stato molto buono ma con una profonda debacle alla fine, e il 2012 è stato pessimo. Sei anni di crisi, ma adesso i noli stanno iniziando a salire ed è un ottimo segnale, con buone ripercussioni a cominciare dai cantieri» sintetizza Lauro.
Per gli armatori la sfida del prossimo futuro è attrezzare le navi con le più moderne tecnologie legate all'efficienza energetica. Un'esigenza che va a braccetto con quella del risparmio dei costi (navigare più lentamente e consumando meno combustibile non può che ben venire in questi tempi di vacche magre) ma che deve fare i conti con due fattori molto delicati: da un lato quello tecnico-economico legato agli ingenti investimenti necessari per creare le cosiddette ecoship, navi che consumano fino al 10/15% meno delle più moderne unità in circolazione, immettendo nell'atmosfera gas con sempre meno particolato. Dall'altro il fattore legislativo che vede per gennaio 2015 l'arrivo del Seca (Sulphur Emission Control Area), un pacchetto normativo Ue che obbligherà gli armatori che passano per le acque territoriali europee a navigare con un bunker a bassissimo contenuto di zolfo, a seconda del tratto di mare (fino allo 0,1% per millilitro nel Mar Baltico). «E' probabile che, se la situazione resterà così, con tempi ancora molto lunghi per attrezzare le flotte, l'Ue dovrà intervenire per procrastinare l'avvio del Seca così da dare un po' di respiro agli armatori» spiega Alfons Guinier, ex segretario generale dell'European Community Shipowners' Association. Non stiamo quindi parlando di semplice ecologia, di slogan e campagne buone per rendere amichevoli le navi, ma di una lenta rivoluzione che impegna nuove tecnologie e scadenze legislative.
Alla base di tutto però va cambiato un fattore culturale che influenza negativamente lo shipping. «C'è una cattiva percezione - spiega l'attuale segretario Ecsa Patrick Verhoeven - si crede che sia un'industria inquinante, quando le cose stanno in modo completamente diverso. Bisogna riequilibrare il rapporto tra questo settore e l'opinione pubblica, creare un filo diretto tra noi e la Comunità europea se vogliamo essere pronti per il 2015». Il trasporto marittimo rappresenta tra l'80 e il 90% delle forme di trasporto commerciale usate nel mondo, ma, a parità di carico, immette nell'atmosfera meno del 5% dell'anidride carbonica emessa globalmente. «Se guardiamo alle emissioni del trasporto marittimo rispetto ad altri mezzi come l'aereo, notiamo che questa forma di trasporto non è il problema, ma la soluzione» sintetizza Andrea Cogliolo, ricercatore del Rina.
In tempi di crisi le rivoluzioni sono all'ordine del giorno, ma qui si tratta di business, e il business ha bisogno di programmare. «Quale sarà il prezzo del gas? E quello del bunker?» si domanda l'ad Grimaldi Lines Emanuele Grimaldi, che al convegno parlava de facto in veste di presidente Confitarma (verrà nominato il 9 ottobre). «E' impossibile fare previsioni. Il mercato del gas serve le automotive. Ma quando le auto saranno elettriche che fine farà questo mercato? Sinceramente non lo so, e sfortunatamente ora lo shipping non può dare risposte precise, se non riducendo al minimo i passi falsi».
Le normative ambientali e l'efficienza energetica sono stati temi presenti per buona parte del convegno napoletano. A essi sono seguite analisi approfondite sul finanziamento bancario, sull'assicurazione per i rischi catastrofici (vedi Costa Concordia) e sui contratti di costruzione e compravendita, ma il protagonista è stato lui: l'ambiente e le tecnologie legate alla navigazione. Apparentemente un tema anomalo per un convegno organizzato da avvocati e dedicato al rapporto tra shipping e legge. Ma a ben vedere, tenendo conto che gli armatori saranno presto costretti per legge ad adeguarsi a norme sempre più restrittive sulle emissioni, è stato un argomento perfettamente inserito nel contesto. E tremendamente attuale.