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19 aprile 2024, Aggiornato alle 10,23
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Meno tasse portuali, più crociere. La ricetta di ECC

Neil Palomba, presidente della sezione Porti e Infrastrutture dell'European Cruise Council, ritiene che il prelievo fiscale per le navi dovrebbe diminuire soprattutto in bassa stagione


Se si riuscisse ad ottenere una maggiore flessibilità nel prelievo fiscale operato sulle navi da crociera, molte compagnie sarebbero incoraggiate a prolungare la loro presenza nel Mediterraneo, con indubbi vantaggi economici per tutto il sistema. Ne è convinto Neil Palomba (nella foto), capo ufficio operativo di MSC Crociere e presidente della sezione Porti e Infrastrutture dell'European Cruise Council (ECC).
La tassazione negli ultimi anni ha registrato un incremento costante a fronte della diminuzione di quasi il 30% dei prezzi medi delle crociere dal 2009. Con una tendenza non solo a mantenere alti gli oneri per le compagnie ma anche a mantenerli fissi nel corso dell'anno. "La riduzione delle tariffe nei periodi di bassa stagione – spiega Palomba – è ancora un'eccezione. Se si considera che la tendenza del prossimo biennio per molti marchi sarà la riduzione di capacità, questo meccanismo dovrebbe invece essere incoraggiato. Non ha senso imporre gli stessi prezzi di cinque anni fa quando le navi portavano a bordo la metà dei passeggeri di oggi". Gli operatori del settore crocieristico vorrebbero anche che si sviluppasse una maggiore sinergia tra porti e compagnie per la risoluzione di altri problemi come l'assegnazione degli ormeggi e la gestione dei rifiuti. Nonostante gli impegni ad elaborare linee guida chiare per la prenotazione degli approdi,  conclude Palomba, "in molti porti greci le attribuzioni seguano ancora il criterio frist come, first served". Una situazione "inaccettabile" per le  compagnie internazionali che pianificano gli itinerari anche con tre anni di anticipo.