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24 aprile 2024, Aggiornato alle 19,49
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Politiche marittime

LNG, quante incertezze

Non si riesce a prevederne il prezzo, mancano i centri di distribuzione e attrezzare i motori delle navi costa. In pratica manca una volontà politica di far navigare le navi a gas naturale liquefatto. Le anticipazioni di uno studio Ue che uscirà quest'estate 


Ieri la Commissione europea ha incontrato gli stakeholder dell'industria del gas naturale liquefatto (LNG o GNL) per presentare i risultati preliminari di uno studio sulla percezione dei rischi e le opportunità nell'uso di questo combustibile nello shipping. La presentazione è avvenuta nel corso dell'European Shipping Week.

Le anticipazioni dello studio, che verrà diramato interamente tra giugno e luglio, mostrano quello che nell'ambiente già si discute da tempo, ovvero che il consenso sui vantaggi ambientali dell'LNG per il trasporto marittimo è unanime, ma allo stesso tempo non è chiaro quali possano essere le opportunità di guadagno per il settore. 

Da un lato c'è un forte, o meglio, obbligatorio e unanime impegno, pur con qualche appello alla tolleranza sia da parte degli armatori italiani che europei, ad essere in linea con le normative in merito dell'International Maritime Organization, quelle sull'Emission Control Area (qui le novità di quest'anno). Dall'altro regna l'incertezza sui finanziamenti sull'uso dell'LNG e del suo prezzo sul mercato. In breve, il gas naturale liquefatto non dà particolari margini di profitto, soprattutto agli armatori. Attrezzare i motori conviene fino a un certo punto perché il risparmio che dà l'uso dell'LNG come combustibile non ripaga gli investimenti. Infine, c'è una mancanza endemica di infrastrutture di bunkeraggio, cosa che determina un circolo vizioso che paralizza lo sviluppo del gas come combustibile marino. È la classica stasi che si risolve soltanto con la volontà politica di sciolgierla. 

Lo studio della Commissione Ue riassume la legislazione recente in materia, che si basa principalmente su due direttive. 

1. La 33/2012, che modifica la direttiva 1999/32/CE del Consiglio Ue «relativa al tenore di zolfo dei combustibili per uso marittimo». Autorizza l'uso di LNG come combustibile alternativo per rispettare le più recenti norme sulle emissioni, quelle dell'International Maritime Organization, l'Emission Control Area (ECA).
2. La 94/2014 sulla distribuzione delle infrastrutture per la distribuzione dell'LNG. Mira a garantire una copertura minima di punti di rifornimento nei principali porti del Vecchio Continente, entro il 2025 per i porti marittimi, entro il 2030 per gli scali fluviali.

 
«Lo studio ci fornisce una solida panoramica per lo shipping – spiega il capo Unità trasporto marittimo e logistica della Commissione Ue Sandro Santamato - ci aiuta a nutrire un dibattito pubblico e fornisce argomenti per una discussione al livello locale».

Lo studio è redatto dalla direzione generale della Commissione europea per la Mobilità e i trasporti. La società di consulenza PwC e quella di classificazione DNV-GL si occupano delle analisi dei dati.