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28 marzo 2024, Aggiornato alle 16,33
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Infrastrutture

L'ex Cirio si sbriciola nel deserto di Vigliena

L'enorme stabilimento di cui spesso si favoleggia il recupero cade a pezzi. E la porzione dell'edificio destinata nel 2011 ai laboratori del San Carlo è così vuota da provocare le vertigini


di Marco Molino - Corriere del Mezzogiorno

L'ex stabilimento Cirio di Vigliena, a San Giovanni a Teduccio, si staglia imponente sull'orizzonte con il profilo di un castello medioevale. Ogni tanto un gran fracasso interrompe il silenzio che regna nella zona: è prodotto dai vetri che s'infrangono al suolo. Si staccano pian piano dagli infissi sgangherati e precipitano, alternandosi ai pezzi di cemento che vengono giù dalle pareti marcite. La fabbrica di pelati ha cessato le attività da neanche vent'anni, ma sembra passato un secolo. I suoi vasti ambienti potrebbero ospitare iniziative sociali e culturali, o anche imprese commerciali in grado magari di restituire un po' di vita a questa strada che neanche la presenza del Teatro San Carlo è invece riuscita a far riemergere dall'oblio.

Sventrato dentro e sbriciolato fuori

Il complesso costruito nel 1928 da Aldo Trevisan è oggi completamente in rovina e rappresenta un peso morto per il demanio portuale. Ormai è stato rubato ogni bene che poteva essere venduto: cavi di rame, scaffali, sanitari. Sventrato dentro e sbriciolato fuori. Eppure nessun progetto comunale prevede il recupero di quella che negli anni '60 era una delle più importanti industrie conserviere d'Europa. In altri scali italiani le strutture portuali in disuso vengono spesso riqualificate e destinate a nuove funzioni. A Trieste, ad esempio, stanno affidando ai privati la gestione degli edifici del Porto Vecchio e c'è la fila per averli in concessione. Qui soltanto una porzione limitata della ex Cirio, circa il quindici per cento, è stata ristrutturata nel 2011 per accogliere i laboratori degli allestimenti scenici del Massimo napoletano. Un'operazione dagli esiti non proprio entusiasmanti.

"Vietato scattare foto!"

All'entrata troviamo alcuni guardiani che ammazzano il tempo con una partitina a scopa. Chiediamo al responsabile del laboratorio di poterci affacciare da una finestra per fotografare il vicino stabile abbandonato. "E' vietato scattare foto negli ambienti del teatro", ci risponde inflessibile. Chissà, forse a qualcuno non fa piacere mostrare l'enorme opificio così vuoto da provocare le vertigini. Nonostante gli investimenti e l'enfasi mediatica di quattro anni fa, le attività sono infatti al lumicino. Lo confermano due addetti alla realizzazione delle scenografie: "Al di là degli annunci di nuove produzioni, in realtà stiamo spesso con le mani in mano", rivelano, mentre siedono sul marciapiede all'ombra di questa piccola cattedrale nel deserto di Vigliena.

Foto di M. Molino

(Fonte immagine d'epoca: sito web Cirio)