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19 aprile 2024, Aggiornato alle 15,59
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La prima volta di Gioia Tauro, terminal chiuso. Mct sotto accusa

Riprendono oggi le attività dopo la sospensione di 30 ore dovuta all'assenza di traffici. L'Authority preoccupata per le "difficili relazioni commerciali" tra Mct ed Msc. Sindacati furiosi - di Paolo Bosso


Era il 13 settembre 1995 quando il porto di Gioia Tauro è stato inaugurato con l'arrivo della portacontainer Cmbt Concord. Da allora un'attività ininterrotta in costante crescita, minacciata negli ultimi anni dall'arrivo degli scali di transhipment nordafricani che ne stanno seriamente minando la produttività. Ma mai si sarebbe potuto pensare ad arrivare alla sospensione delle operazioni di sbarco. Eppure questo è successo sabato scorso quando, per la prima volta, il Medcenter Container Terminal del porto calabrese ha sospeso ogni attività. Secondo il presidente dell'Authority calabrese Giovanni Grimaldi, il motivo risiederebbe nei «difficili rapporti commerciali che si sono verificati tra la Mct e la Msc» che avrebbero portato a gennaio al trasferimento dei traffici su altri scali. Risultato: operatività interrotta per 30 ore e 1.200 dipendenti inutilizzati fino a ieri notte quando i lavori sono ripresi. Anche se Grimaldi tranquillizza tutti affermando che «non è un fatto di grande rilevanza che l'attività di un porto si fermi per un giorno», subito aggiunge che il danno è ormai fatto, soprattutto «sul piano dell'immagine, anche se si tratta di 30 ore». Meno male che il porto calabrese ha abbattuto le tasse portuali, altrimenti «questa situazione», commenta Grimaldi, «sarebbe stata ancora più grave». Da quando sono iniziati i tagli alla tassa di ancoraggio, infatti, la compagnia Msc ha aumentato i propri traffici del 20%, «non si può dire lo stesso della Maersk», bacchetta Grimaldi. 
I sindacati sono furiosi, attualmente è in corso un sit-in spontaneo dei lavoratori del porto di Gioia Tauro davanti ai cancelli della Medcenter. Sotto accusa la correttezza di Mct. «L'area portuale – ha tuonato Antonio Pronesti, segretario regionale del Sult - non può più essere sotto scacco di una o più multinazionali che guardano solo gli interessi di bottega».
Intanto Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl Mare e le Rsa della Medcenter Container Terminal  hanno scritto una lettera aperta all'Autorità Portuale, al presidente della Regione Giuseppe Scopelliti e al commissario di Confindustria Reggio Calabria, Filippo Callipo chiedendo chiarimenti. «Abbiamo tentato invano - scrivono - una interlocuzione seria con la dirigenza della Medcenter, ma abbiamo riscontrato una persistente volontà di non corrette relazioni industriali». Da ieri notte le navi sbarcate sono state quattro e mercoledì a Reggio Calabria, presso la sede di Confindustria, i lavoratori portuali incontreranno le istituzioni.
Per venerdì 14 gennaio, alle ore 10.30, alla Presidenza della Regione Calabria, è stato convocato un tavolo di confronto tra le parti, per affrontare le questioni urgenti che riguardano il porto di Gioia Tauro. L'approccio - informa una nota della Giunta regionale- verterà su tre questioni fondamentali: il rapporto con le società clienti del Porto, la possibilità di ritornare ad ottenere un abbattimento delle tasse di ancoraggio, nonché la possibilità di proporre al governo nazionale l'accesso ad agevolazioni fiscali. Quello che succede a Gioia Tauro è anche un segnale negativo, che conferma la tendenza e la crisi che non colpisce solamente il porto calabrese, ma anche gli altri scali di transhipment italiani (Taranto e Cagliari) e spagnoli, Algeciras in testa.
Paolo Bosso