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24 aprile 2024, Aggiornato alle 19,49
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Logistica

La portualità sarda alla luce della riforma

Una strategia possibile di governance condivisa degli scali di Cagliari e Olbia-Golfo Aranci in uno studio del ministero dei Trasporti


Mentre regna l'incertezza sui tempi della riforma dei porti, gli scali italiani devono fare i conti con un inesorabile accorpamento delle autorità portuali. La riforma della legge 84/94 potrebbe arrivare a gennaio. Mesi fa sembrava in dirittura di arrivo per l'autunno, ora i tempi potrebbero slittare ancora. L'unica cosa certa è che molti scali, prima o poi, dovranno rinunciare a un po' della loro autonomia, per essere accorpati in una specie di governance regionale organizzata in una dozzina di "Autorità di sistema". In ogni caso, pur restando incerti i tempi e i modi della riforma - ancora non è chiaro se sarà emendata nel ddl Madia sulla Pubblica amministrazione -, la portualità italiana del futuro è già stata delineata dal piano nazionale della logistica varato a luglio dal Consiglio dei ministri.

Il ministero dei Trasporti ha avviato da tempo degli studi sui singoli scali italiani in previsione della riforma. Il più recente è stato presentato a fine luglio alla direzione generale per la vigilanza delle Autorità portuali, le infrastrutture portuali ed il trasporto marittimo e per vie d'acqua interne del ministero dei Trasporti. È dedicato alla portualità sarda, quella formata da Cagliari, Olbia e Golfo Aranci (la prima è un'autorità portuale a sé, le altre due sono un unico ente) e l'ha realizzata uno stagista del dicastero, Enrico Schintu
Lo studio punta a individuare strategie di governance condivisa dei tre porti sardi alla luce della riforma della legge 84/94. È iniziato prima dell'arrivo dell'approvazione in Consiglio dei ministri del piano della logistica, per cui è stato modificato in corso d'opera. Si basa su una raccolta dati del ministero e su visite in loco a Cagliari e Olbia-Golfo Aranci. Analizza i singoli porti, la loro posizione rispetto ai competitori internazionali, la capacità, i piani regolatori portuali, i piani operativi triennali, comparando tra il sistema logistico-portuale nazionale contenuto nel progetto di riforma e quello sardo. Nello specifico, due capitoli sono dedicati al ruolo delle autorità portuali all'interno di un'economia globale, con un'analisi Swot di quelli che sono i punti di forza, di debolezza, le opportunità e le insidie del sistema portuale sardo sulla base di quello nazionale. Infine, vengono individuate quali possono essere le strategie di governance condivisa ideali per rendere competitivi entrambi i porti esaminati. 


Immagine in alto, il porto di Cagliari