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19 aprile 2024, Aggiornato alle 18,53
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Armatori

La politica dietro il retrofitting

A Roma un workshop sull'attività di manutenzione ma soprattutto di potenziamento di una nave. Tra regole europee e la difficoltà degli armatori ad applicarle


Si è tenuto a Roma, presso la sede di Confitarma, il 1° workshop annuale del progetto Eco-REFITec. Il progetto, finanziato dalla Comunità Europea sotto il 7° Programma Quadro di Ricerca Europea, è focalizzato sullo studio delle soluzioni e dei processi più efficienti ad uso della cantieristica di riparazione europea, allo scopo di individuare le migliori tecnologie e di realizzare appositi sistemi per la pianificazione e gestione degli interventi di retrofitting della flotta europea, in ottemperanza a quanto richiesto dalla normativa internazionale in vigore o di prossima applicazione. L'evento ha visto la partecipazione dei partner del progetto e di un numero di esperti esterni.
Le istituzioni e i soggetti presenti. Partner del progetto: Soermar (Spagna), Cons.A.R. (Italia), CTO (Polonia), Università di Costanza (Romania), AES (Germania), Università di Strathclyde (UK), VTSU (Bulgaria), Università di Klaipeda (Lituania), SSA (UK), ISQ (Portogallo), ENP (Portogallo). Non erano presenti altri due partner del progetto: Canitieri di Sant'Ander (Spagna) e SNC-Ship Design (Romania). Esperti esterni: Holland Shipbuilding Association (Olanda), BV Romania, DNV Klaipeda, DNV Spain, Newcastle University (UK), CMT (Germania), EMEC (Belgio), Amministrazione di bandiera spagnola, Confitarma (Italia), Gruppo Giovani Armatori – Confitarma (Italia), Fincantieri (Italia).
L'intento primario del workshop è stato quello di presentare i passi compiuti e i risultati raggiunti nel primo anno di attività del progetto ma soprattutto di promuovere una discussione fra esperti e addetti ai lavori del mondo marittimo sul vasto tema del retrofit, cercando di acquisire risposte, proposte e contributi. Nel corso della riunione è stato espresso il dubbio che l'industria cantieristica di riparazione e i produttori dei sistemi non siano oggi ancora pronti a fornire agli operatori le soluzioni più adatte per il rispetto di alcuni severi requisiti normativi. E' stato inoltre posto l'accento sul fatto che, molto spesso, i requisiti ambientali proposti dalle normative non incontrano un rapido riscontro ed azione da parte degli armatori per motivi operativi. Inoltre in molti casi l'efficienza delle soluzioni imposte trascura una valutazione in termini globali (Life Cycle Assessment) e viene valutata soltanto in virtù dei risultati ottenibili in termini di performance, tralasciando spesso di valutare gli impatti relativi alla manutenzione, alla gestione della loro dismissione, degli scarti prodotti dalla lavorazione/processo, ecc.. Un tipico esempio è la gestione degli scrubber, utilizzati per realizzare una riduzione delle quantità di ossidi di zolfo e particolato presenti nei gas di scarico della combustione, come richiesto dalla convenzione Marpol: l'efficienza è spesso valutata in virtù della percentuale di abbattimento delle sostanze inquinanti, ma si tralascia di tenere in considerazione tutta una serie di fattori ‘collaterali' indotti dal loro impiego; es. l'aspetto dello stoccaggio e scarico dei reflui di processo, la gestione e la manutenzione, ecc.. La mancanza di opportuni incoraggiamenti da parte degli stati alle compagnie più virtuose è un ulteriore elemento che frena il processo di ammodernamento e retrofit. L'evento ha prodotto i risultati attesi. La partecipazione è stata di elevato livello, gli argomenti sono risultati di elevato interesse. A conclusione è stata ipotizzata una successiva occasione in cui verranno invitati intorno al tavolo di discussione anche i rappresentanti dei maggiori costruttori e fornitori dei sistemi di retrofitting di interesse  del progetto.