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18 aprile 2024, Aggiornato alle 19,59
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"La partita di Gioia Tauro si gioca sulla produttività"

Intervistato dal Sole 24Ore, il presidente Msc Aponte spiega le ragioni del blocco. «Le nostre navi non possono aspettare in porto». Con Contship rapporti «più che buoni». Dalla Regione Calabria l'invito ad andare oltre il transhipment


La produttività è scarsa, «le nostre navi non possono aspettare in porto, devono essere caricate e scaricate nel più breve tempo possibile. Un porto come questo deve essere in condizione di lavorare 365 giorni l'anno e invece questo a Gioia Tauro non avviene». Intervistato dal Sole 24Ore, il presidente di Mediterranean Shipping Company S.A. Gianluigi Aponte (nella foto) chiarisce una volta per tutte i motivi del blocco della settimana scorsa. Nessun mistero, nessun contrasto con Contship, «i nostri rapporti sono più che buoni e saremmo anche interessati a entrare nella gestione del porto in società con Medcenter e con loro stiamo trattando» replica Aponte. Le navi mancanti che per 30 ore hanno sospeso le attività di sbarco a Gioia Tauro sono state dirottate nel porto del Pireo che resterà l'alternativa più valida se la situazione non cambia. 
Secondo Msc, quindi, il futuro del porto calabrese sta tutto nell'efficienza, il traffico va dove trova le condizioni migliori. «Non ci possiamo permettere che le navi invece di dieci ore stiano un giorno e mezzo». Tasse di ancoraggio e abbattimento del costo del lavoro sono questioni secondarie. Un esempio: «A Barcellona vengono fatti 30 movimenti l'ora mentre a Gioia Tauro sono 22» spiega l'armatore ginevrino. Lo scalo ha enormi potenzialità, addirittura doppie rispetto a quelle attuali, «possiamo passare – conclude Aponte – dagli attuali due milioni di teu all'anno a quattro milioni».
Intanto dalla Regione Calabria il presidente Giuseppe Scopelliti, rispondendo ai giornalisti nel corso della conferenza stampa di inizio anno, sembra quasi replicare alle dichiarazioni del presidente Msc e afferma che Gioia Tauro non può contare solo sul transhipment. «Credo ci sia stata una strumentalizzazione dovuta al monopolio da parte della compagnia che gestisce il polo container. Occorre uscire dalla logica del solo transhipment, il che non significa attaccare la Mct ma vuol dire allargare l'attività all'area industriale di Gioia Tauro».