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19 aprile 2024, Aggiornato alle 18,53
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1,5 miliardi dal Banco di Napoli per le Zes del Sud

Un plafond per finanziare iniziative imprenditoriali su aree ancora da definire, per le quali si attende il decreto attuativo


Un fondo con un plafond (limite massimo) di 1,5 miliardi di euro per finanziare iniziative imprenditoriali all'interno delle Zone economiche speciali del Mezzogiorno, sempre che il decreto che le istituisca arrivi, magari entro l'anno come sperano gli operatori, prima dell'inizio della campagna elettorale. È il frutto dell'accordo che il Banco di Napoli e l'Autorità di sistema portuale del Tirreno Centrale hanno firmato giovedì, nei locali dell'istituto di credito di via Roma. 
 
Un miliardo e mezzo per il sostegno finanziario alle imprese assegnatarie di appalti per le opere portuali mediante l'anticipazione dei crediti certificati, più altri supporti correlati all'impianto dei cantieri. Inoltre sono inclusi servizi di consulenza per l'elaborazione di piani d'investimento. La cornice è la legge 123/2017, che permette alle regioni del Mezzogiorno, e solo a loro, di fare richiesta di istituzione di una Zes, a condizione però che arrivi il decreto attuativo dal Parlamento. 
 
Le Zes «devono essere punto di sviluppo e aggregazione delle imprese del territorio votate all'export» secondo Francesco Guido (foto a sinistra), direttore generale del Banco di Napoli e direttore regionale di Intesa San Paolo. Il fondo del Banco di Napoli deve garantire non solo finanziamenti «ma anche – continua Guido - percorsi di alta formazione su management, internazionalizzazione e digitalizzazione così come un terreno condiviso tra queste e gli hub dell'innovazione che abbiamo voluto a Napoli con la Federico II e a Bari con il Politecnico». «Dopo anni di incertezze anche da parte del settore bancario si delinea per la Campania l'avvio di una stagione di collaborazione», aggiunge il presidente dell'Autorità portuale campana, Pietro Spirito (foto a destra).
 
Il numero delle Zes nel mondo è aumentato vertiginosamente negli ultimi vent'anni, più che quadruplicato: secondo i dati dell'istituto di credito partenopeo, nel 1997 erano 845 in 93 Paesi, oggi sono 4 mila in 135 Stati. L'impatto economico generato ammonta a oltre 68,4 milioni di lavoratori diretti e un valore aggiunto, derivante dagli scambi, di poco più di 850 miliardi di dollari. In una Zes può concentrarsi fino al 40 per cento del totale dell'export di un Paese.