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23 aprile 2024, Aggiornato alle 16,31
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Eventi

Ucina e la nautica che esporta "la dolce vita"

Nella pubblicazione annuale di Confindustria il prodotto barca è considerato una "vetrina mobile" del made in Italy


Si è tenuta ieri presso il MUDEC, Museo delle Culture di Milano, la presentazione dell'edizione 2017 di "Esportare la dolce vita", la pubblicazione annuale che il Centro Studi di Confindustria e Prometeia, con la collaborazione di Istat e il contributo di FederlegnoArredo, Confindustria Alberghi, Federalimentare, Federorafi, Sistema Moda Italia, Assocalzaturifici, ANFAO e Ucina Confindustria Nautica.


E proprio dall'analisi dei contenuti e dei numeri della pubblicazione emerge come il prodotto barca sia unico e rappresenti una vera e propria "vetrina mobile" in grado di veicolare nel mondo una grande varietà di prodotti del BBF, come il design e lo stile del made in Italy, la tecnologia, gli arredi, gli elementi tessili, e gli accessori.  Leader in Europa e nel mondo, il settore della nautica made in Italy assume, perciò, un ruolo di rilievo strategico per la diffusione del Bello e Ben Fatto a livello globale.

 
Carla Demaria, presidente di Ucina, ha sottolineato il fatto che: "Oggi la nautica da diporto è stata citata da Alessandra Lanza di Prometeia, partner scientifico del Centro Studi di Confindustria,  come esempio di eccellenza del made in Italy nell'export negli USA e nel mondo. Questo per Ucina è motivo di riconoscimento e di  grande orgoglio".


L'Italia è primo esportatore mondiale della cantieristica nautica con una percentuale del 16,6% dell'export globale (equivalente a 1,9 miliardi di euro) seguito da Olanda, Stati Uniti e Germania. Gli Stati Uniti rappresentano il primo mercato al mondo per l'export di unità da diporto e, quindi, lo sbocco ideale per far navigare la vetrina del BBF a vela e a motore.  Il mercato della nautica statunitense ha mostrato un'ottima ripresa dopo la crisi, con un tasso di crescita annuo del 6,7% in euro correnti nel periodo 2011-2015. Anche negli USA l'Italia si aggiudica la fetta di mercato più ampia con un 23,3% davanti a Canada, Francia e Messico, conquistando in otto anni il ruolo di leader sul mercato USA a discapito del Canada (nel 2007 la quota italiana era del 14,7%, mentre quella canadese era del 24,4%).