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18 aprile 2024, Aggiornato alle 16,01
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Infrastrutture

Napoli, un Museo del mare ai Magazzini Generali

Si concretizza un progetto da 40 milioni per riqualificare il palazzo storico tra il molo San Vincenzo e l'Immacolatella Vecchia. All'interno un museo dell'emigrazione e del mare con tante esposizioni diverse 


a cura di Paolo Bosso 
 
In origine doveva realizzarsi nel palazzo storico dell'Immacolatella Vecchia. Poi un'ipotesi al molo San Vincenzo. Alla fine il Museo del mare e dell'emigrazione di Napoli si farà a metà strada, in un altro palazzo storico carico di progetti falliti e promesse non mantenute, il "Magazzini Generali", costruzione degli anni '40 firmata da Marcello Canino. Ora la Sovrintendenza ha detto sì al progetto portato avanti da anni da un Comitato promotore composto da 38 soci tra Regione, Comune, Confindustria, Confcommercio, Unione degli Industriali e  Propeller Club di Napoli. 
 
Il Museo del mare, così com'è stato progettato su commissione del comitato promotore agli architetti Gennaro Matacena, Antonio Gravagnuolo e Piera Stangherlin riuniti nello studio Cavuoto – e che verrà presentato giovedì prossimo alla Lega Navale al Molosiglio -, sarà distribuito su tre dei cinque piani del palazzo (più uno spazio sotterraneo) che conta nel complesso una superficie di 9mila metri quadri dove troverebbero spazio anche attività culturali, commerciali, di ristorazione e convegnistica.
 
Secondo i calcoli dei progettisti e dei committenti il ripristino dei Magazzini Generali costerebbe circa 40 milioni di euro. «La copertura economica non è un problema – rassicura il presidente dell'Autorità di sistema portuale (Adsp) del Tirreno Centrale, Pietro Spirito – i fondi del Grande progetto prevedono un restyling soprattutto nella parte che si affaccia verso la città. La difficoltà è condividere, programmare la governance. Ma mi sembra che siamo sulla buona strada».
 
La parte dedicata al museo esporrebbe una gran quantità di oggetti: l'archivio storico del porto sull'emigrazione, la flotta angioina, quella borbonica affondata dall'ammiraglio Nelson nel 1798, persino un paio delle diverse navi romane ritrovate negli scavi della metro di Piazza Municipio. «E poi la bellissima collezione di modelli navali messa insieme a Meta di Sorrento dall'ex presidente di Italia Nostra, Massimo Maresca. Tutte le bellissime testimonianze degli emigranti che partivano per il nuovo mondo. Insomma, una culla ideale per mostrare al mondo il significato vero di "Partono i bastimenti"», spiega Umberto Masucci, componente per il Comune del Comitato di gestione dell'Adsp e membro del comitato promotore con il Propeller Club di Napoli, di cui è presidente. «Non deve nascere un porto museo ma un museo nel porto», sottolinea Spirito. Di reperti «ce ne sono già tantissimi – continua – il porto ha poi un archivio enorme sull'emigrazione. Ovviamente va tutto catalogato. E ci sono già contatti con altri musei per lavorare insieme, come quello di Bagnoli. La Soprintendenza ha già detto sì».