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19 aprile 2024, Aggiornato alle 15,59
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Srm, cresce l'interscambio Italia-Mediterraneo

L'import-export manifatturiero con i Paesi dell'area Mena (Middle East and North Africa) è quasi raddoppiato in quindici anni


L'interscambio manifatturiero tra l'Italia e i Paesi dell'area Mena (Middle East and North Africa) è attualmente di oltre 49 miliardi di euro, il 96,9% in più rispetto al 2001. Il Mezzogiorno produce il 20% dell'interscambio totale, quasi 14 miliardi di euro, con i paesi Mena (15% sul totale dei propri scambi con l'estero). Basterebbero da soli questi dati per sottolineare l'importanza degli scambi commerciali tra l'Italia e i Paesi dell'area Med. Una realtà ribadita oggi a Napoli in occasione della presentazione del 6° Rapporto Annuale di Srm su "Le Relazioni Economiche tra l'Italia e il Mediterraneo".


Il convegno, tenuto presso la sede del Banco di Napoli, è stato aperto dal presidente dell'istituto bancario, Maurizio Barracco e dal presidente di Srm, Paolo Scudieri. Successivamente Alessandro Panaro, responsabile degli Osservatori "Maritime and Mediterranean Economy" di Srm ha presentato i risultati del Rapporto. E' seguita la relazione di Daniele Mazza, vicedirettore generale del Banco di Napoli, su "Il ruolo della banca a sostegno dell'internazionalizzazione delle imprese".

I dati
Srm prevede una ulteriore crescita dell'import-export manifatturiero dell'Italia verso l'Area Mena, 54 miliardi di euro nel 2018. Oltre 41 miliardi l'export dell'Italia verso l'Area Mena pari al 10% del totale. La zona Middle East and North Africa è la prima regione di destinazione extra-europea. Oltre il 76% delle merci scambiate con l'area Mena viaggiano via mare. Il bacino del Mediterraneo concentra il 19% del traffico marittimo mondiale, il 25% dei servizi di linea container e il 30% del traffico petrolifero. Nel 1995-2015 i transiti di navi container sulla rotta Asia-Europa via Suez e Mediterraneo sono cresciuti dal 27% al 42%, mentre si è registrato un calo sulle rotte "Trans-Pacific" e "Trans-Atlantic". Dal 2008 al 2016 la quota di mercato sui container dei porti del Mediterraneo è cresciuta dal 27% al 34% mentre quella dei porti del Nord-Europa è scesa dal 46% al 42%. La nuova Via della Seta (denominata OBOR-One Belt One Road) attiverà 1.000 miliardi di dollari di investimenti cinesi per infrastrutture ed il miglioramento dei collegamenti e della cooperazione tra paesi nell'Eurasia. Si stima che, al 2020, la Cina dovrebbe esportare lungo la Via della Seta beni e servizi per circa 780 miliardi di dollari e importarne 573,6 miliardi. La strategia cinese contribuirà a rafforzare la centralità del Mediterraneo nelle rotte globali.


Il rapporto
Il rapporto di quest'anno, oltre che alle relazioni commerciali ed alla presenza delle imprese italiane in questi mercati, punta ad analizzare anche le dinamiche dei traffici marittimi e degli investimenti in portualità e logistica che la Cina sta realizzando nel Mediterraneo con l'obiettivo di incrementare e facilitare i rapporti commerciali con i Paesi del Bacino. I temi e gli spunti emersi dal rapporto di Srm sono poi stati discussi nella tavola rotonda "La crescente presenza cinese nel Mediterraneo: opportunità per l'Italia e il Mezzogiorno" moderata da Massimo Deandreis, direttore generale di Srm, alla quale hanno partecipato: Angela Stefania Bergantino, professore di Economia Applicata, Università di Bari e presidente SIET (Società Italiana di Economia dei Trasporti e Logistica); Sergio Bertasi, responsabile Ufficio di Rappresentanza di Intesa Sanpaolo a Pechino e presidente Camera di Commercio Italiana in Cina; Pier Luigi d'Agata, direttore generale di Confindustria Assafrica & Mediterraneo; Ettore Greco, direttore IAI-Istituto Affari Internazionali. Una specifica sessione dei lavori dal titolo "Le imprese, la visione italiana, l'Europa" ha visto le relazioni di Stefan Pan, vicepresidente Confindustria per le Politiche Regionali e Gianni Pittella, già primo vicepresidente del Parlamento Europeo, presidente del Gruppo S&D del Parlamento Europeo.