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29 marzo 2024, Aggiornato alle 08,24
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Armatori

I 90 anni di Peppino D'Amato

Il "comandante" e decano degli armatori festeggia il compleanno con la famiglia e i colleghi. Auguri!


Peppino D'Amato, anzi il comandante Peppino come è unanimemente chiamato, decano degli armatori, ha compiuto 90 anni. Un bel traguardo, non c'è che dire, soprattutto se ci arrivi con il cervello lucido ed attento, se ci arrivi andando in ufficio tutti i giorni dalle 9 alle diciotto, se ci arrivi rappresentando ancora  il mediatore per antonomasia nelle controversie nonché, il «tra i più ascoltati» nell'industria armatoriale ed il costante e sicuro punto di riferimento per la sua numerosa famiglia. Un bel traguardo se chiudi la splendida festa organizzata in tuo onore cantando "dicintincello vuje" alla tua dolce consorte e "o sole mio", tuo cavallo di battaglia, con voce ancora forte e chiara suscitando una vera e propria ovazione. Peppino è stato ed è molto amato per il suo carisma, il suo carattere mite, la sua propensione ad aiutare gli altri, il suo spirito caritatevole. E poi c'è una dote che commuove e stupisce ogni volta: il suo grande amore per la moglie Cinzia, 62 anni di matrimonio più otto di fidanzamento, 70 anni, una intera vita insieme. Li vedi sempre mano nella mano e non c'è occasione in cui "il comandante Peppino" dimentichi di ringraziare la sua compagna di una vita per "averlo supportato e sopportato". E Cinzia risponde sorridendo sempre dolcemente. Ancora lunga vita a questa straordinaria coppia! A festeggiare Peppino D'Amato, prima nella Chiesa del Rosario a Torre del Greco e poi a cena da Gianni al Vesuvio, oltre i figli Angelo ed Umberto, Rosalia e Marilena, i nipoti, le sorelle ed il fratello Luigi con la moglie Patrizia direttamente da Losanna, c'erano l'ammiraglio Antonio Basile che ha composto sul momento una divertente poesia dedicata al festeggiato, il comandante Rosario Meo e poi Francesco Saverio Lauro, Umberto Masucci, Fabrizio Vettosi, Nicola Coccia, Alfonso Magliulo, Giancarlo Iaccarino, Aldo Frulio, Aldo Campagnola e Vittorio Feo. (Bianca d'Antonio)