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29 marzo 2024, Aggiornato alle 10,06
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Armatori

Porto di Napoli, Ue indaga per altri 100 milioni in aiuti di Stato

Avrebbero favorito aziende che fanno capo a Gianluigi Aponte. L'istruttoria si apre a poche settimane da un'altra simile


100 milioni di euro, di cui 18 milioni per canoni demaniali non riscossi. È l'istruttoria aperta da Bruxelles verso l'Autorità portuale di Napoli per presunti aiuti di Stato nei confronti di aziende che fanno capo all'armatore Gianluigi Aponte, che ha recentemente acquisito la totalità delle quote dei terminal container Conateco e Soteco.

Neanche il tempo di vedersi concludere un'analoga indagine su 44 milioni di euro che l'Autorità portuale partenopea ha investito su diversi bacini di carenaggio tra il 2001 e il 2014, favorendo (questo lo accerterà l'istruttoria di Bruxelles) il concessionario Cantieri del Mediterraneo, che subito arriva la risposta, a suon di denunce a Bruxelles, contro le società di proprietà dell'armatore di Ginevra operanti nel porto campano. Nel mirino la Nuova Meccanica Navale e altre aziende del gruppo su cui si dovrà accertare - e ne dovranno riferire all'Ue l'authority dello scalo e il governo italiano - se hanno goduto indirettamente di investimenti pubblici pari a 100 milioni di euro. Una cifra ragguardevole che raggiunge i 144 milioni se si aggiunge l'istruttoria di fine giugno per il bacino di carenaggio, soldi che se l'Autorità portuale dovesse alla fine restituire la getterebbero in una crisi economica da bancarotta. Tra l'altro, si tratta di cifre casualmente vicine a quei 148 milioni del "Grande progetto" europeo per il porto di Napoli che, tra ritardi e paralisi commissariale, sono andati in fumo. Un porto in crisi sempre più profonda che già si limita a gestire l'ordinario da anni, che non riesce a spendere i soldi che l'Europa gli mette a disposizione e che ora rischia di doverne restituire altrettanti.