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24 aprile 2024, Aggiornato alle 19,49
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Logistica

Brexit, trasportatori britannici vogliono restare nel mercato europeo

Freight Transport Association chiede un accesso senza dazi e con possibilità di assumere trasportatori di altre nazionalità


Un accesso gratuito, senza dazi, e un mercato unico con la possibilità di assumere trasportatori non britannici. Sono queste le richieste della logistica britannica all'indomani del Brexit, frutto di un sondaggio interno della Freight Transport Association (Fta), il principale ente di rappresentanza dei trasportatori del Regno Unito, fondato nel 1889, con più di 13mila compagnie associate tra autotrasporto, treni, navi e aerei.

Di fronte alla prospettiva di un'uscita del Regno Unito dall'Ue, gli associati sono sostanzialmente cauti, non potendo prevederne al momento le conseguenze: la metà degli intervistati ritiene che l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione europea sarà peggiorativa sul lungo termine mentre il 64 per cento ritiene che le difficoltà si presenteranno solo sul breve termine.

La maggioranza degli interpellati conviene che è troppo presto per dare un giudizio preciso sugli sviluppi futuri del trasporto merci da e verso la Gran Bretagna. In ogni caso, ritengono che sono tre i fattori che vanno mantenuti per non peggiorare le cose: il pieno accesso al mercato unico, l'esenzione da dazi sui beni e la possibilità di assumere trasportatori non britannici così da mantenere gli stessi diritti del lavoro in tutto il continente. 

«Il sondaggio mostra che le compagnie preferiscono la certezza all'ignoto, anche se ora stiamo vivendo quest'ultima situazione», spiega Chris Yarsley, responsabile per gli affari europei di Fta, che si dice non sorpreso sui problemi di mobilità: «sarà quello su cui l'associazione premerà verso il governo britannico affinché ne faccia una priorità», afferma. L'associazione ha realizzato una guida in dieci punti sulla Brexit.

Nella foto, Boris Johnson, ex sindaco di Londra