|
adsp napoli 1
26 aprile 2024, Aggiornato alle 17,27
forges1

Informazioni MarittimeInformazioni Marittime

unitraco2
Infrastrutture

I ritardi del porto di La Spezia

Si accumulano al terminal Tarros, al molo Garibaldi, Pagliari e nel potenziamento delle ferrovie, secondo gli operatori dello scalo


L'ampliamento del terminal Tarros-Cantieri del Golfo al palo. La lentezza nel delocalizzare le marine al molo Pagliari per l'apliamento del La Spezia Container Terminal. L'espansione del molo Garibaldi bloccata dal Tar. Infine, la Corte dei Conti che ha bocciato il finanziamento da 39 milioni per potenziare le ferrovie. Il porto di La Spezia deve vedersela attualmente con questi quattro problemi, blocchi, «ricorsi e ritardi» che «stanno producendo danni incolmabili». Ne sono convinti gli operatori del porto ligure riuniti sotto l'associazione di La Spezia Port Service. 

La comunità portuale ha calcolato che i lavori di espansione del porto di La Spezia viaggiano mediamente con un ritardo compreso fra i tre e i cinque anni. «Per noi operatori, per noi agenti marittimi – spiega l'associazione - in questo preciso momento di mercato caratterizzato da forti cambiamenti, non poter fornire agli armatori e alle compagnie internazionali risposte certe rischia di tradursi in un vero e proprio suicidio».

Le zone del porto il cui sviluppo è eccessivamente lento sono quattro:

1. Terminal Tarros-Cantieri del Golfo. La gara per non risulta bandita e i lavori ri riempimento e ampliamento del polo dovrebbero finire nel 2019.

2. Delocalizzazione marine. La più nota è quella di Canaletto. Lei insieme ad altre dovrà essere trasferita al molo Pagliari per consentire l'ampliamento del La Spezia Container Terminal. La delocalizzazione non si concluderà prima di due o tre anni.

3. Ampliamento molo Garibaldi. L'accordo tra Autorità portuale ed La Spezia Container Terminal è oggetto di ricorso al Tar da parte di un'associazione ambientalista.

4. Ferrovie. La Corte dei conti ha congelato il finanziamento da 39 milioni per la ristrutturazione e il potenziamento degli impianti ferroviari sui quali il Cipe si è espresso positivamente. Al porto di La Spezia oltre un terzo della movimentazione avviene su rotaia, una delle quote più alte tra i porti italiani.

Per La Spezia Port Services le cause di questi ritardi vanno ricercate non «in uno o più soggetti in particolare, ma nel sistema del nostro Paese che non è più in grado di fornire tempi certi nella programmazione delle opere permettendo un eccessivo potere di veto a chicchessia. È un sistema che non funziona piú e che ha tempi incompatibili con quelli di un mercato e di uno shipping che pretende risposte rapide e quelle certezze che non siamo in grado di dare a nessuno».