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28 marzo 2024, Aggiornato alle 12,19
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Venezia traccia il bilancio 2015

Crocieristi in leggero calo, in attesa del Tresse nuovo. Bilancio authority in buona salute


Una crescita esponenziale che dal 1997 (anno di nascita di Venezia Terminal Passeggeri) al 2015 ha visto i crocieristi passare da 300mila ad oltre un milione e mezzo, ed il fatturato decuplicare da 3,5 milioni di euro a quasi 33. In diciotto anni sono stati 70 i milioni di euro investiti. Quindi, nonostante le limitazioni all'ingresso delle grandi navi nel cuore della città, il porto di Venezia resta uno dei più importanti punti di approdo per le crociere, anche se per la comunità portuale bisogna intervenire con un nuovo canale e un nuovo decreto se non si vuole allontanare questo pezzo di economia dal porto. I dati, insieme alla nuova stagione crocieristica, sono stati presentati oggi dal terminal in una conferenza stampa.

Sandro Trevisanato, presidente di Venezia Terminal Passeggeri, prevede per quest'anno 1,55 milioni di passeggeri per un totale di 529 approdi, 38 compagnie schedulate e 70 navi. Numeri in leggero calo sul 2015 (1,58 milioni di passeggeri, 521 approdi). «Il porto di Venezia registra, seppur con la ben nota situazione dei limiti di tonnellaggio, una sostanziale tenuta», spiega. Lo scalo si è dovuto rimboccare le maniche, «potenziando sia le infrastrutture, con un aumento dei fabbricati terminalistici, che l'operatività delle banchine. Èstata infatti attuata una revisione delle procedure essendo aumentato, rispetto al periodo precedente alle limitazioni,  il numero delle navi  con una diminuzione dei passeggeri». «La situazione peró va risolta a livello governativo al più presto, - continua Trevisanato -, perché vietando l'accesso alla maggior parte delle nuove navi Venezia rischierebbe di ospitare quelle meno recenti e tecnologicamente meno avanzate  con una progressiva marginalizzazione del terminal lagunare. Se le normative non cambiano al più presto avremo un declino tanto rapido quanto vertiginosa é stata la crescita della crocieristica stessa».
 
La soluzione: il canale Tresse
Due sono le misure che il governo dovrebbe mettere in atto secondo il terminalista. La prima è l'individuazione di una via alternativa, con verifiche tecniche successive, che garantisca lo spostamento del transito delle grandi navi dal canale San Marco, Giudecca. È allo stato attuale l'unica che appare percorribile, condivisa dal Comune di Venezia e dall'Autorità portuale, é il canale Tresse Nuovo. Lo scavo di questo nuovo canale permetterebbe di superare l'impasse creata dal decreto "Clini-Passera" prima e dalla successiva ordinanza 153/2013 della Capitaneria di porto, introducendo criteri limitativi su base quantitativa quale quello delle 96mila tonnellate. Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha dato il via libera a investire per completare gli studi di impatto ambientale. Il progetto di "Tresse nuovo" ha ricevuto i pareri positivi di tutte le amministrazioni locali rispetto ad altri in corso di elaborazione.
La seconda misura che il governo dovrebbe adottare è la definizione di un decreto che superi «l'illogicità del limite già annullato dal Tar del Veneto ma rispettato volontariamente dalle compagnie di crociera, passando da una misura quantitativa ad una qualitativa», spiega Trevisanato.  «Il limite – continua - è del tutto ingiustificato se non in termini estetici, ed è dannoso proprio ai fini della tutela ambientale e della sicurezza.  Tale criterio ha determinato la sostituzione da parte di molte compagnie, per non perdere la destinazione Venezia, di navi all'avanguardia, dotate di tecnologia di ultima generazione e a basso impatto ambientale, con unità più piccole, ma allo stesso tempo più vecchie e di conseguenza meno manovrabili e più inquinanti. Infatti queste ultime non sono di norma predisposte per l'uso di combustibili alternativi, né per l'uso di filtri né per ricevere energia elettrica da terra durante l'ormeggio».

Il bilancio dell'Autorità portuale
Oggi il Comitato portuale ha approvato il bilancio consuntivo 2015. L'anno si è chiuso con un avanzo di gestione corrente pari a 28,3 milioni di euro (+20,3% sul 2014) che ha consentito un aumento delle uscite in conto capitale del 29 per cento, facendo passare gli investimenti effettuati dai 38 a 49 milioni. Nel 2015 gli investimenti complessivi sono stati pari a 43,7 milioni, soprattutto in opere di infrastrutturazione (28,9 milioni) ed escavi (7,8 milioni), con un incremento del +46 per cento rispetto al 2014 e finanziati principalmente con risorse proprie che ormai rappresentano il 70 per cento dei finanziamenti dell'Autorità portuale.