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29 marzo 2024, Aggiornato alle 10,06
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Politiche marittime

Dragaggi, il pacchetto "Sin free" del ministero dell'Ambiente

Quattro interventi normativi che deregolamentano i Siti di Interesse Nazionale e semplificano la realizzazione delle casse di colmata. Il dicastero vorrebbe approvarli entro l'anno


Il ripristino della normalità dei dragaggi costieri, soprattutto nei porti, passa per la deregolamentazione dei discussi Siti di Interesse Nazionale (Sin). In attesa della riforma dei porti -che pure apporterà delle modifiche al sistema di manutenzione dei fondali degli scali commerciali -, venerdì scorso il sottosegretario del ministero dell'Ambiente Silvia Velo ha presentato a un convegno al Palazzo Gran Ducale di Livorno due regolamenti e un paio di modifiche normative che dovrebbero superare la paralisi speculativa generata dai siti Sin (150mila ettari di territorio nazionale) con le sue complesse barriere tabellari. «È un percorso che prevede tempi diversi, trattandosi di un insieme di provvedimenti distinti, ma il traguardo che ci siamo posti è quello di concludere questo percorso di riforma entro la fine dell'anno» ha detto il sottosegretario Velo.
 
La sperimentazione di Piombino 
Il porto di Piombino ha effettuato importanti opere di infrastrutturazione e di dragaggio portando i fondali a una profondità di venti metri. Lo ha fatto utilizzando in via sperimentale alcune procedure previste proprio da questi nuovi regolamenti.

Sin o non Sin?
Le due modifiche normative riguardano entrambe il collegato ambientale, provvedimento approvato il 4 novembre in Senato e in attesa dell'ok definitivo della Camera.  La prima definisce le linee guida e i valori di riferimento che consentono l'automatica deperimetrazione delle aree a mare da Siti di Interesse Nazionale a Siti di Interesse Regionale. Il lavoro è frutto di un tavolo del ministero dell'Ambiente insieme al dicasteri dei Trasporti, della Salute e degli istituti scientifici Ispra, Iss e Cnr.

Casse di colmata
La seconda modifica normativa semplifica i criteri di costruzione delle casse di colmata e delle vasche di raccolta, lo step finale dei dragaggi di un porto commerciale, strutture di contenimento dove riversare i materiali escavati e dove è possibile, una volta tombata la superficie, realizzare una nuova banchina. Oggi la costruzione delle casse di colmata richie parametri di permeabilità pari a quelli previsti per il contenimento dei rifiuti (d.lgs 36/2003), anche dove non si è in presenza di materiali pericolosi. Un'altra rigidità normativa (quella del famigerato "coefficiente K" di permeabilità della cassa di colmata) che si aggiunge ai siti Sin. «Con questa modifica normativa tuteliamo le acque e il suolo attraverso le migliori tecnologie disponibili, tendendo conto della tipologia di materiale che si va a trattare caso per caso», commenta il ministero dell'Ambiente in una nota.

Infine, passando ai due regolamenti, il primo tratta le modalità di dragaggio nelle aree portuali e costiere che ricadono all'interno dei Sin. Il secondo - in attuazione dell'articolo 109 del decreto legislativo 152/2006 - disciplina la procedura di dragaggio per le aree al di fuori dei Sin, oltre alle modalità di gestione del materiale dragato (per esempio la delicata reimmersione in mare dei materiali escavati dai fondali).

«Con queste modifiche normative avremo, finalmente, un quadro regolamentare chiaro, certezza e semplificazione delle procedure; in sintesi una normativa che affronta in maniera organica la questione dei dragaggi nelle varie tipologie dei porti italiani» commenta il sottosegretario Velo. «In breve tempo saranno superate le difficoltà riscontrate in questi anni durante le operazioni di dragaggio e nella gestione del materiale dragato nei vari usi consentiti, casse di colmata, immersione a mare e ripascimento. Si tratta di un percorso di riforma atteso da anni che va nella direzione della semplificazione normativa e che favorirà l'utilizzo delle migliori tecnologie disponibili per l'esecuzione degli interventi».