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19 aprile 2024, Aggiornato alle 15,59
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Logistica

Palazzo Chigi approva la riforma dei porti

Ora manca solo il decreto ministeriale, che dovrebbe arrivare entro l'anno. L'accorpamento si chiama "Autorità di sistema portuale"


Il 6 agosto, nella sua settantasettesima seduta, il Consiglio dei ministri ha approvato il "Piano strategico nazionale della portualità e della logistica", su proposta del ministro dei Trasporti Graziano Delrio.

Un passo importante, e anche abbastanza di parola, verso quella riforma-accorpamento delle autorità portuali italiane avviata a settembre dell'anno scorso con il pacchetto di norme "Sblocca Italia". Ora manca solo l'adozione in un decreto ministeriale, emanato dalla presidenza del Consiglio, per trasformare il piano in una riforma legislativa vera e propria, che il governo conta di approvare entro l'anno. Infatti il piano, spiega il Consiglio dei ministri, andrà a confluire in un documento programmatico «che il ministero dei Trasporti intende redigere ed approvare entro la fine del 2015».

Cos'ha approvato il Consiglio dei ministri?
In pratica l'"Autorità di sistema portuale" (AdSP), una specie di ente regionale di gestione delle, ancora per poco, Autorità portuali, che diventeranno "direzioni portuali" accorpate sotto l'ombrello dell'AdSP. L'Autorità di sistema avrà almeno due scopi principali, o almeno si spera: raccogliere e gestire meglio i fondi europei per le infrastrutture, e amministrare più efficacemente lo sdoganamento delle merci. Il prossimo passo da fare ora è deciderne il numero. Dovrebbero essere tra le 13 e le 14 diventando, in alcuni casi, autorità portuali "regionali".

Burocrazia, burocrazia, burocrazia
Il piano approvato da Palazzo Chigi analizza l'attività portuale del paese, la domanda dei traffici, lo stato dei servizi e l'offerta infrastrutturale, tirando le somme di questo «sistema-mare euro mediterraneo». Una portualità ingolfata, dove regna una «scarsa competitività internazionale» delle procedure amministrative e di sdoganamento. Il governo sottolinea il punto debole del sistema logistico del paese: la burocrazia, appesantita da una «normativa complessa e disomogenea, con stratificazione multilivello». Tradotto: un incubo. Secondo il Consiglio dei ministri, la legge-governance della portualità italiana, la 84 del 1994, ha ormai evidenziato «limiti e distorsioni evidenti». Così l'Autorità di sistema portuale dovrebbe ringiovanirla, ma solo se il loro numero non sarà eccessivo, in nome proprio di quella necessaria semplificazione burocratica di cui la logistica ha bisogno.