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Cultura

Etica e shipping

Decio Lucano propone una riflessione sui principi di moralità e responsabilità degli operatori del settore


di Decio Lucano - DL News

Abbiamo ripreso un aureo libretto che contiene gli atti di un convegno organizzato nel dicembre 2005 dal Rotary (Genova Nord e Genova Ovest) dal titolo Etica e Shipping con relatori di grande rilievo, libretto (edito con il contributo della SIAT) che è sempre presente sui tavoli degli operatori del trasporto e delle assicurazioni. Segno che nel variegato mondo dello shipping  i ruoli dei soggetti spesso  si sovrappongono, navigando in un mare di norme nazionali e internazionali tenendo però alta la bandiera della responsabilità sociale e del rispetto dell'ambiente.

La struttura dello Shipping – scriveva Renato Midoro già ai primi anni '90 a proposito di shipping e Intermodalità - è stata investita nel corso degli anni '80 da intense trasformazioni. Alle tradizionali funzioni trasportistiche marittimistiche si affiancano nell'ambito dell'impresa altre attività che contribuiscono al miglioramento dello standard qualitativo del complessivo trasferimento di merci, cercando di soddisfare i desiderata dei caricatori (door to door, floor to floor, groupage, informazione, logistica, magazzinaggio, amministrativo-documentali etc...). In tal modo lo Shipping si configura non solo come un'attività di trasferimento via mare delle merci, bensì come uno dei protagonisti dei sistemi coordinati produttivo-distributivi.

La struttura dello Shipping sotto il profilo dell'appartenenza settoriale del soggetto economico è caratterizzata soltanto per il 30% da autentici interessi armatoriali, il 32% fa capo a società di trading, di trasporti e industriali, il 16% a caricatori e il restante all'intervento dello Stato o investitori non shipping. Da parte dei caricatori-utenti, nell'ambito del ciclo trasportistico complesso dei container e da parte di imprese leader, vengono attuate strategie di integrazione e/o di coordinamento e controllo delle catene multimodali di trasporto e dei servizi alle merci ad esse connessi.

Siamo d'accordo su che cosa sono le aziende di Shipping?

Secondo Fabrizio Vettosi, managing director Venice Shipping and Logistics, il concetto di shipping oggi è esteso a più soggetti terra/mare insieme concatenati nell'esercizio della loro attività. Da DL News riprendiamo alcuni suoi concetti per formulare alcune riflessioni.

(1) Le aziende di Shipping sono aziende di logistica (a volte anche intermodale).

(2) L'asset (nave) è il punto di arrivo, l'effetto e non la causa dell'attività armatoriale, nel senso che l'azienda di shipping deve tendere a guadagnare trasportando al meglio e con la massima efficienza cose e/o persone.

(3) Sintesi: la nave non è essa stessa oggetto di business ma "stabilimento produttivo" al servizio del core business (trasporto).

(4) Conseguenza: Le aziende di shipping richiedono visione imprenditoriale strategica; gli investimenti vanno esattamente calcolati per i ritorni potenziali che possono assicurare per la crescita del valore aziendale e non per mera speculazione fine a se stessa e, peggio ancora, per emulazione ed edonismo.

(5) La visione strategica richiede risorse umane, management di alto livello, ed organizzazione evoluta con delega e dibattito interno.

(6) In una sola parola: l'azienda di shipping si crea anche "on shore" e non solo "off shore".

(7) La professione imprenditoriale di armatore non si eredita per cognome, ma in analogie ad altre industrie, richiede merito, competenza, applicazione.

Tutto quanto, secondo Vettosi, impone oltre la professionalità una deontologia morale, un'etica: esiste nel nostro campo?

L'etica nello shipping in un dibattito rotariano 

Nella facoltà di Ingegneria di Genova, il 2 dicembre 2005, si svolse il convegno dal titolo Etica e Shipping organizzato dal Rotary Club Genova Nord e dal Rotary Club Genova Ovest i cui atti sono stati pubblicati con il contributo dalla Siat, compagnia assicurativa e riassicurativa del trasporto marittimo.


Ma che cos'è e come entra l'etica nello shipping. Le buone pratiche sono sufficienti? Secondo il grande pensatore, filosofo, medico e filantropo Albert Schweitzer, studioso delle filosofie orientali, è necessario distinguere in filosofia tra la morale che comporta le nozioni del bene e del male, quali si trovano nella tradizione, e l'etica che è la morale che cerca la propria ragion d'essere nel pensiero. 


Morale e etica si prestano a varie interpretazioni e correnti di pensiero, ma nel nostro caso è forse utile seguire il pragmatismo kantiano che collega la morale al dovere obbligatorio di uniformarci ad essa in un contesto di libertà. E l'etica, al di là di ogni riflessione filosofica e scientifica, è anche ricerca nel nostro ambito socio economico di "buone pratiche " nel fissare il pensiero sui diversi piani in cui operiamo, sempre, senza mollare mai, azione che richiede coraggio e sacrificio. Mi piace ricordare una notazione da Anterem (rivista di ricerca letteraria): "Siamo marinai che devono riparare la loro nave in mare aperto". Cioè sempre, il nostro comportamento è come il telegrafo di macchina di buona memoria indicante tutta forza avanti.


Giovanni Sartori, nel suo ultimo testo La corsa verso il nulla, cita Max Weber che distingue tra "etica dell'intenzione" ed "etica della responsabilità". La prima punta sul bene (come lo vede) e non tiene conto delle conseguenze. L'etica della responsabilità, invece, mette in conto le conseguenze delle azioni, se dannose dobbiamo fermarci. Va da sé, prosegue Sartori, che la moralità debba contenere entrambe queste caratteristiche. Fatte queste premesse diamo una piccola sintesi dell'interessante libretto.

Si tratta di un tema (etica e shipping) perfettamente in linea con i principi rotariani, dove l'impegno civico è prevalente nella società civile e i rotariani devono informare i propri affari e la propria attività professionale ai principi della rettitudine e del servizio. L'etica nelle attività professionali e nel nostro focus nello Shipping.

La "sbarbarizzazione"
L'aureo libretto che raccoglie gli interventi dei relatori meriterebbe di essere pubblicato integralmente, riportiamo qualche cenno tanto da dare a questo dibattito un contributo non  solo tecnico e di business.


Ennio Palmesino, broker, "[...] diffondere una cultura della qualità della vita attenendosi alla responsabilità sociale delle imprese [...]"


Ugo Salerno, ad Rina, dal punto di vista di una società di certificazione: "[...]l'etica non è solo un dovere, ma un'attitudine che aiuta il business... Se lo shipping rappresenta il motore dell'economia mondiale, il 90 per cento delle merci è trasportato via mare, le aziende che si occupano di shipping hanno una responsabilità nei confronti della società e devono mantenere un atteggiamento responsabile nei confronti dello sviluppo del loro business, perché dallo svolgimento della loro attività dipende la maggior parte delle attività che si svolgono sulla terra ferma".


Carlo Podenzana-Bonvino, Università, esamina l'etica dal lato dell'università: come un corso di studi di natura evidentemente tecnica  possa contribuire a promuovere una crescita del livello etico dell'ingegnere navale.


Stefano Messina, armatore, esamina il rapporto etica e shipping affermando che lo shipping italiano come tutto lo shipping soprattutto europeo si sia evoluto verso una "sbarbarizzazione", cioè nella direzione di una sempre maggiore sensibilità verso i problemi sociali e ambientali ; conseguenza della globalizzazione che caratterizza tutti i rapporti, quelli di tipo economico e quelli di tipo culturale, particolarmente nel settore del trasporto marittimo. Anche di fronte a sacche di deregulation, lo shipping è uno dei settori più regolamentati e deve rispondere a norme nazionali e internazionali. L'approccio etico però non può nell'ambito del business essere assimilato e ridotto al "rispetto della norma giuridica" anche se il rispetto delle regole non comporta di per sé una "condotta etica ".

Ma c'è un altro aspetto. Il nostro, quello dei trasporti marittimi, è un mondo dove i rapporti si basano in gran parte sulla credibilità delle persone e su accordi commerciali spesso raggiunti a voce. Per di più è un settore sottoposto alla piena concorrenza in cui è impossibile ritagliarsi una nicchia di mercato e ridurre tale concorrenza, ciò vuol dire che è particolarmente importante rispettare le regole ed i comportamenti pena l'espulsione dal mercato.


Francesco Siccardi, avvocato marittimista, esamina in modo esaustivo le applicazioni pratiche in diritto del concetto di etica, esempio il dovere di buona fede nello svolgimento delle trattative contrattuali, sottolineando alcuni settori di conflitto tra comportamento etico e diritto nel campo dello shipping. Bandiere di convenienza, la responsabilità nell'inquinamento marino, la limitazione del debito dell'armatore,  le single ship companies che pongono in essere una serie complessa di regole che si intrecciano nel comportamento dei soggetti responsabili della società in cui operano e che spetta al legislatore colmare le lacune tra etica e diritto.


Mauro Iguera, broker assicurativo, esamina la materia nel rapporto tra comportamenti etici e assicurazioni marittime. Come operatore broker assicurativo che, secondo la vulgata, utilizza qualsiasi cavillo per non tenere fede ai propri impegni contrattuali, fa autocritica nei riguardi della  sua categoria. Tuttavia la sezione marittima opera con criteri ragionevolmente etici in simbiosi con l'armatore.


Dal punto di vista di un altro armatore, Tullio Biggi, shipmanagement, insiste sul ruolo vitale dell'attività armatoriale per l'economia mondiale, vista spesso in maniera negativa dalle persone (e sono tante) che non hanno alcun contatto o interesse nel campo marittimo e se ne interessano solo in caso di sinistri. Cioè lo Shipping sarebbe un'industria poco etica perché danneggia l'ambiente , manca di trasparenza ed è interessata solo al profitto. Al contrario la grande maggioranza delle compagnie agiscono responsabilmente ed in maniera etica, costruendo navi sicure e formando buoni equipaggi, adottando programmi corporativi e di responsabilità sociale.

Fine primo round

Questo è un primo round di idee e concetti sul significato di "shipping" e sul ruolo del'etica in questo contesto, considerando le prossime riforme logistiche e portuali e con un carico di norme cui l'armamento (personale navigante compreso) deve sottostare: ai lettori e ai giornalisti il prosieguo del dibattito.

Immagini: sulla home page, un primo piano di Aristotele Onassis. Nell'articolo, l'armatore greco (1906-1975) a colloquio con Winston Churchill