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19 aprile 2024, Aggiornato alle 10,23
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Politiche marittime

La riforma Gattopardo dei porti italiani

Gli operatori temono il solito compromesso. Troppe tredici autorità di sistema. Gli aspetti positivi: il ruolo del Sud e la semplificazione doganale


di Paolo Bosso 
 
La quarta versione del progetto di riforma dei porti italiani, quella approvata dal Consiglio dei ministri, tutto sommato piace agli operatori, perché ammoderna una legge vecchia, la 84/94, ma c'è una questione ancora aperta: determinerà una governance centralizzata capace di creare un sistema nazionale e coordinato della logistica? Pochi ne sono convinti. «Il piano dice esplicitamente che la "direzione porti" del ministero dei Trasporti sarà il centro di tutto. Siamo sicuri? C'è davvero una volontà di questo tipo?» si chiede il presidente Federagenti Michele Pappalardo, intervenuto insieme agli operatori locali a un convegno del Propeller Club di Napoli dedicato al piano della logistica del governo. 
 
Ad aprire l'incontro, il presidente del Propeller nazionale Umberto Masucci e il decano degli armatori meridionali Peppino d'Amato.

Container, container, container
«La riforma guarda al Mezzogiorno, inserendo in agenda la questione delle "regioni arretrate" infrastrutturalmente. Accentra le operazioni doganali. Bene. Ma disperde ancora i finanziamenti, con sei miliardi di opere nel prossimo biennio. Si tratta praticamente di nuovi terminal container, di cui non sappiamo che farcene» spiega il presidente Assoagenti Andrea Mastellone. «Negli ultimi dieci anni il traffico container non è cresciuto, anzi è andato in leggera flessione, passanto da 10 milioni di teu a 9,5» sottolinea il presidente del Consiglio compartimentale degli spedizionieri doganali di Napoli Domenico De Crescenzo. Per cui davvero non si spiega questo parco progetti generalizzato, senza specializzare le singole macroaree logistiche. Per Mastellone «c'è un'ossessione per il modello nordeuropeo, la rincorsa esasperata del potenziamento ferroviario. I nostri porti sono collegati a corto raggio, le merci sbarcano e vengono movimentate nel raggio di un paio di centinaio di chilometri, dove ha senso usare il camion, non il treno».

Servizi tecnico-nautici
Altra perplessità, i servizi tecnico nautici. Secondo il presidente dei Rimorchiatori Napoletani Gianandrea De Domenico, «nel progetto di riforma la sicurezza viene messa in secondo piano per favorire la competitività e l'abbassamento delle tariffe. Questi sono servizi su cui non si può risparmiare. L'armatore sceglie il porto che costa meno in questo tipo di servizi, ma così la sicurezza viene sacrificata».

La scelta tra compromesso e un vero piano della logistica
I porti si specializzano oppure no? Gli operatori sono soddisfatti che qualcosa si muova, ma hanno paura del solito compromesso. Le autorità (regionali) di sistema portuale dovevano essere otto, ora sono tredici, forse saranno quattordici. È tutto qui il nodo: si vuole fare un sistema logistico pianificabile, coordinato, o navigare sulla soglia del compromesso? «Ragionaremo sulla specializzazione dei porti nei prossimi mesi. Tutti non possono fare tutto» afferma il direttore navigazione e porti del ministero dei Trasporti Enrico Pujia. «L'autorità di sistema portuale – continua - avrà i compiti dell'attuale autorità portuale, ovvero programmazione, pianificazione e vigilanza. Ma la scelta se puntare sulla specializzazione, soprattutto per i piccoli porti, è tutta politica».

Riforma non prima dell'autunno
Il testo di riforma è stato inviato alle commissioni competetenti della Camera. Ancora non è chiaro quale sarà il suo iter. Al momento l'ipotesi più probabile è quella di un emendamento al ddl Madia senza passare per la discussione in Parlamento, una soluzione che ha già incontrato le critiche del sindacato. «Essendo troppo generico, e sconfinando rispetto ai principi propri di una legge delega, potrebbe lasciare qualsiasi spazio al governo per intervenire - secondo il segretario generale Uiltrasporti Claudio Tarlazzi - e quindi attraverso la liberalizzazione sfrenata dei servizi portuali e tecnico nautici». «C'è la possibilità del decreto – spiega Pujia – ma in realtà non è stata ancora presa una decisione», che verrà, in ogni caso, non prima dell'autunno.
 
Nell'immagine in alto, una scena de Il Gattopardo, di Luchino Visconti