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28 marzo 2024, Aggiornato alle 16,33
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Logistica

Riforma dei porti, 13 porti regionali

Via libera del Consiglio dei Ministri a un testo che prevede 13 distretti logistici regionali, con un presidente nominato soltanto da ministero dei Trasporti e Regione di competenza


di Paolo Bosso 
 
Tredici autorità portuali di sistema, o autorità portuali regionali, o distretti. Un nome ancora non c'è, ma la riforma dei porti fa un piccolo passo con l'approvazione oggi in Consiglio dei Ministri di un primo testo del "Piano nazionale della logistica".

1. Genova-Savona
2. La Spezia-Marina di Carrara
3. Livorno-Piombino
4. Civitavecchia
5. Napoli-Salerno
6. Calabria
7. Sardegna
8. Sicilia orientale
9. Sicilia occidentale
10. Puglia
11. Ravenna-Ancona
12. Venezia
13. Trieste
 
Eccoli qui i tredici distretti logistici che governeranno la portualità italiana. E questo è quello che si sa al momento. Dal ministero dei Trasporti fanno sapere di aver seguito un modello "regionale" di distribuzione delle nuove authorities, il che spiega la divisione in due dell'Alto Adriatico (Venezia e Trieste), ma non l'accorpamento di La Spezia e Marina di Carrara, né la divisione in due della Sicilia, giusto per citarne tre. In altre parole, un passo concreto verso la riforma è stato fatto in Consiglio dei Ministri, ma la strada verso una governance regionale dei porti è ancora lontana. Per capire poi quale sarà la governance, bisogna aspettare l'arrivo in Parlamento di questo primo testo.

Semplificazione nomine
Si semplifica il processo di nomina. Non è più necessario il parere degli enti locali (Camera di Commercio, Comune, Provincia) ma soltanto della Regione di competenza. Il ministero dei Trasporti deciderà di concerto con la Regione di competenza chi nominare presidente del distretto logistico. In linguaggio giuridico, "di concerto" si riferisce ad atti amministrativi previo, appunto, concerto. Messa così la Regione di competenza non avrebbe un parere vincolante sulle decisioni del ministero, ma un peso maggiore rispetto alla vecchia versione della legge 84/94 che parla di "intesa" per la scelta del presidente della singola autorità portuale. E l'influenza della Regione nel processo decisionale sarà determinante per lo scacchiere politico di queste tredici poltrone che verranno.

Semplificazione autorità
Confermando le precedenti bozze, i comitati portuali dovrebbero essere formati da cinque membri, riducendone drasticamente il numero dei componenti.

Quali autorità portuali?
Se il segretario generale dell'Autorità portuale diventa direttore generale, i singoli scali manterrebbero autonomia amministrativa all'interno del distretto portuale regionale. Ma anche questo non è ancora stato deciso.

Annunziata: "Bene la portualità regionale"
«Da questo accorpamento ci potranno essere tanti vantaggi» è il commento del presidente dell'Autorità portuale di Salerno che è sempre stato, da quando si parla della riforma, il candidato virtuale alla dirigenza del sistema portuale regionale della Campania, eventualità a cui oggi ha risposto con un «si vedrà».

Il derby Salerno-Napoli
Finisce la campanilistica battaglia, mediatica e piccolo-imprenditoriale, tra questi due piccoli porti. Da oggi, volenti o nolenti, andranno insieme. Forse Salerno a scapito di Napoli, ma anche questo, se davvero si creasse una portualità regionale, non ha importanza. «Sta a noi far valere la strategia di rilancio della portualità del Mediterraneo – afferma Annunziata - la Campania è al centro di questo sistema, e se riusciamo a creare un'infrastruttura regionale unica che metta finalmente insieme porti, interporti e aeroporti, possiamo uscire dalla crisi».
 
Gallozzi: "Non è una riforma" 
Critico il presidente del Salerno Container Terminal, che parla di riforma «minimalista». «Il modello precedente di 7-8 distretti è il vero modello "regionale". Questa non mi sembra una riforma nazionale della portualità. Si è rinunciato ad otto distretti per accontentare tanti interessi. È stata annunciata una riforma, è arrivata una piccola manciata di accorpamenti».