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29 marzo 2024, Aggiornato alle 14,44
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Eventi

Uil e la sconclusionata logistica campana

Convegno Uil Campania. C'è da riprendersi le merci che arrivano dal Nord Europa. Questione commissario porto di Napoli: "Delrio si assuma la responsabilità di un presidente"


di Paolo Bosso
 
In Campania la logistica dei trasporti è lenta e sconclusionata, col risultato che una grossa fetta delle merci destinate ai porti del Sud arriva dal Nord Europa. La Uil Campania discute di porti e trasporti regionali al convegno "Infrastrutture e logistica, le vie dello sviluppo dell'Europa", tenutosi oggi alla stazione marittima di Napoli. 
 
Il sindacato vuole un'altra, ennesima cabina di regia, «ma questa volta per monitorare gli investimenti locali e coordinarsi con il governo centrale» precisa il segretario generale Anna Rea. Nel 2014 la Campania, dati del Sole 24 Ore, è stata la prima regione per appalti lanciati, pari a 3,5 miliardi di euro, con una media di 3,2 milioni a bando. Da ottobre a oggi l'Autorità portuale di Napoli ha lanciato appalti per 66,6 milioni tra strade, fogne, ristrutturazioni e recuperi archeologici. Ma di opere nemmeno l'ombra. I dragaggi per esempio, intervento primario per accogliere navi più grandi e far ripartire i traffici. «Per la legge italiana, finché il materiale da dragare è esposto sul fondo va tutto bene. Quando c'è da raccoglierlo per riversarlo in cassa di colmata, improvvisamente diventa rifiuto ambientale pericoloso» spiega l'assessore ai Lavori pubblici della Regione Campania, Edoardo Cosenza. 
 
I grandi poli interportuali della Campania, Nola e Marcianise, non parlano fra loro e con il porto di Napoli movimentano pochissimo. L'aeroporto cargo non è mai partito e per il presidente dell'Unione Industriali di Napoli, Ambrogio Prezioso, non sarà Grazzanise a risolvere il problema («mai visti due hub in una regione»). «Il paradosso è che costa meno far passare un container per Gibilterra, sbarcarlo ad Amburgo e portarlo in Italia con sei giorni di ritardo e migliaia di chilometri in più, piuttosto che farlo arrivare direttamente a Napoli», spiega Prezioso. «I cosiddetti "colli di bottiglia" logistici paralizzano l'attività, è lì che bisogna intervenire» per il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti. In Campania ci vogliono più di due anni per lanciare un'impresa e almeno dieci per fare un'infrastruttura da 100 milioni, di cui cinque solo per programmarla. «A che serve un terminal container moderno se poi all'interno la logistica si muove così?» si domanda Prezioso.
 
Dopo due anni e quattro commissari, l'ultimo nominato giovedì scorso, il porto di Napoli è in tremendo ritardo nella programmazione infrastrutturale. «Non c'è logica di sistema, sia nello Stato che negli imprenditori locali» secondo Rea. I risultati di questo scollamento si vedono negli investimenti degli ultimi anni. «Fincantieri – continua Rea - investe in Nord Europa e lascia perdere Castellammare. Gli armatori napoletani preferiscono il porto del Pireo. C'è bisogno di una rete di imprenditori, di spendere bene le risorse e di riprendersi le merci che arrivano dal Nord Europa. Ma per farlo il porto ha bisogno in primo luogo di una guida autorevole. Il prossimo governatore della Campania faccia sentire la sua voce e metta Delrio di fronte alla responsabilità di nominare il nuovo presidente dell'Autorità portuale di Napoli».