|
adsp napoli 1
19 aprile 2024, Aggiornato alle 18,53
forges1

Informazioni MarittimeInformazioni Marittime

unitraco2
Politiche marittime

Il piano della logistica del MIT

Quattro mesi di lavoro per il dicastero dei Trasporti. Quattordici porti sulla spina dorsale delle Ten-T. Agevolazioni fiscali, via i monopoli nei servizi. Poi dogane, dragaggi, concessioni, lavoro. Anche se provvisorio, il doc rappresenta il primo progetto di riforma dal 1994


di Paolo Bosso 

Raddoppiare il traffico container e triplicare le crociere in quattordici porti governati da un'agenzia unica che deciderà quali opere realizzare. È il Piano nazionale della logistica partorito dal ministero dei Trasporti e rivelato da Ship2Shore. 184 pagine preparate da quindici esperti del dicastero che hanno stilato il documento in quattro mesi, sulla base dell'articolo 29, comma 1, della legge 164 del 2014 (che converte il decreto legge 133 del 2014, lo "Sblocca Italia). 
 
 
Secondo il ministero dei Trasporti, «il sistema dei controlli e delle procedure (della logistica italiana ndr) necessita di uno snellimento specie per favorire le esportazioni». Bisogna «evitare il fenomeno della fuga della merce importata e l'utilizzo di altri scali concorrenti, legato soprattutto ad aspetti fiscali e di diversa applicazione di regolamenti comuni». 
 
Un documento importante e provvisorio
Tanta carne al fuoco in un rapporto pieno di analisi e proposte che nei prossimi mesi subiranno molte modifiche, anche sostanziali. Questo non vuol dire che il documento sia inutile, anzi: non si ricordava un lavoro così approfondito del governo su portualità e logistica da tanto tempo. È la prima volta, dal 1994 (anno dell'arrivo dell'ultima legge di riforma della portualità) che si fa un bilancio complessivo della portualità italiana guardando ai prossimi quindici anni. Agevolazioni fiscali, eliminazione dei monopoli nei servizi tecnico nautici, nuova agenzia delle dogane, revisione delle procedure di dragaggio, assorbimento delle compagnie portuali, nuovi contratti di lavoro e liberalizzazione dei servizi. Al centro i quattro corridoi delle reti transeuropee di trasporto, che fungono da base su cui organizzare i porti importanti e le loro specializzazioni (e anche per demandare ogni responsabilità delle scelte a ragioni di ordine "superiore", europee).

I corridoi europei
Sono quattro: il baltico-adriatico, lo scandinavo-mediterraneo, il mediterraneo, il Reno-Alpi.

I porti si accorpano
Gli scali portuali centrali, che accorperanno tutti gli altri della regione di appartenenza, sono inseriti all'interno della "rete centrale" dei quattro corridoi Ten-T. Sono quattordici divisi in tre macro-aree:
• Nord Tirreno: Genova, La Spezia, Livorno.
• Nord Adriatico: Ancona, Ravenna, Trieste, Venezia.
• Sud: Augusta, Bari, Cagliari, Gioia Tauro, Napoli, Palermo, Taranto.

Il fattore northern range
Una buona strategia di partenza per il ministero dei Trasporti è quella di prendersi quello che gli altri movimentano per noi. Si calcola che nell'arco alpino transitano ogni anno in Italia tra i 400mila e gli 1,2 milioni di teu provenienti principalmente dai porti di Rotterdam, Anversa e Amburgo. Tutto traffico da dirottare verso i porti italiani, a cui bisogna aggiungere circa 5 milioni di teu da incrementare come quota traffico nella zona alpina centro-orientale.

I flussi dei finanziamenti
Al 2025 l'obiettivo è di far salire gli investimenti privati per le opere infrastrutturali sia portuali che logistiche a una soglia minima del 40 per cento. I fondi europei dovranno essere minimo del 20 per cento.

Agenzia dei porti
O cabina di regia, direzione, ufficio speciale. Verrà istituita entro quattro mesi e avrà tre funzioni principali: potrà decidere quali opere portuali finanziare, selezionerà le opere dei piani operativi triennali dei porti e infine li monitorerà.

Agevolazioni alle imprese e defiscalizzazione
Per l'imprenditore che si impegna a incrementare il traffico dei container, delle «casse mobili» o delle autostrade del mare del 20% l'anno per tre anni consecutivi, sono previsti nel triennio diverse agevolazioni, tra cui principalmente esenzione fiscale per tre anni, agevolazioni sui canoni demaniali e sulle tariffe ferroviarie.
Infine, sul fronte doganale la riscossione dell'Iva all'import «avverrà all'interno invece che in dogana».

Dogana
L'approccio da impostare è il cosiddetto once: un invio un controllo. Sono 23 gli enti responsabili della dogana delle merci in Italia, un'enormità che determina una durata del ciclo di import-export non inferiore ai 18 giorni. L'obiettivo entro il 2020 è di scendere a 13 giorni. Entro il 2030 a nove, allineandosi ai second best Germania e Belgio.

Nuova agenzia delle dogane
L'agenzia delle dogane diventa "agenzia unica dei controlli di competenze"

Concessioni demaniali
Secondo il ministero dei Trasporti «l'attuale normativa,  imperniata solo sul sistema sanzionatorio della revoca/decadenza, si è rivelata impraticabile e non idonea a stimolare il concessionario a massimizzare lo sviluppo dei traffici». Si procede con l'abolizione del meccanismo di autorizzazioni per l'accesso alle gare: le imprese non dovranno più avere la qualifica di "imprese di servizio". L'Autorità portuale potrà imporre la prosecuzione della concessione fino a un massimo di due anni «in caso di pericolo di interruzione del servizio».

Lavoro portuale
Abrogazione entro il 2015 dell'articolo 17 della legge 84/94. Assorbimento graduale delle compagnie portuali. Attivazione dell'agenzia del lavoro. Abbandono della disciplina speciale dei contratti di lavoro e istituzione di una nuova normativa.

Servizi tecnico-nautici
«L'affidamento per i servizi di pilotaggio e ormeggio è di fatto in regime di monopolio» scrive il ministero dei Trasporti. C'è da ridurre i costi e liberalizzare il settore. La gestione delle tariffe sarà maggiormaente accentrata nel ministero dei Trasporti, che dovrà ridurne i prezzi. Introduzione di un "patentino" per il pilotaggio che renderà obbligatorio il servizio «in funzione del grado di frequentazione del porto da parte dei comandanti». Infine, superamento delle corporazioni per i servizi di rimorchio, ormeggio e pilotaggio.

Dragaggi
Qui la burocrazia è infinita. Attualmente i tempi per la Valutazione di impatto ambientale (Via) vanno dai 300 giorni a un anno e si dividono in nove fasi. Quelli per la Valutazione ambientale strategica (Vas) fino a un massimo di 300 giorni in sette fasi. Tempi biblici che condannano i dragaggi all'inoperabilità. L'escavo dei fondali è prima di tutto una gestione ordinaria, perché permette di mantenere il pescaggio costante. In più, quasi tutti i porti importanti rientrano in un Sito di interesse nazionale (Sin), ovvero con delicate condizioni ambientali che vincolano fortemente interventi del genere.
La prima mossa del dicastero è quella di revisionare i siti Sin e soprattutto classificare i materiali di escavo come appunto "materiali di escavo" e non come "rifiuti". Ma per questo c'è bisogno di un apposito decreto ministeriale.

Piano regolatore portuale
Per accelerarne l'approvazione (quello del porto di Napoli, per esempio, non viene aggiornato dagli anni '50), verrà incluso obbligatoriamente nel Piano regolatore generale della città di appartenenza una volta approvato dal Consiglio dei lavori pubblici. Infine verrà esteso ad «aree anche non contigue, direttamente funzionali alle attività portuali e di logistica».

Le previsioni di traffico al 2020-2030
Nel 2013 i porti italiani hanno movimentato 10,1 milioni di teu. L'obiettivo al 2020 è di movimentarne fino a un massimo di 15,7 milioni, per arrivare al 2030 a un massimo di 26,7 milioni.
Il traffico ro-ro passerebbe dai 75 milioni di tonnellate del 2013 ai 110 milioni nel 2030.
Le crociere dovrebbero quasi triplicare passando dagli 11,2 milioni di passeggeri del 2013 ai 27,5 milioni del 2030 (16,9 milioni nel 2020).
Il traffico di rinfuse secche e liquide è previsto invariato da qui ai prossimi quindici anni, attestandosi intorno alle 75 milioni di tonnellate.
I passeggeri totali passerebbero dai 35 milioni del 2013 ai 165-180 milioni nel 2030 (42 milioni nel 2020). 
 
Nella foto in home page, la "Grande onda" di Hokusai