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20 aprile 2024, Aggiornato alle 11,43
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Eventi

Ville marittime di Gianola e Sperlonga ai raggi x

Concluse le ricerche condotte da un team di archeologi subacquei dell'Università degli Studi di Napoli "L'Orientale"


Nuove e importanti scoperte nelle antiche ville marittime di Gianola e Sperlonga, sulle coste laziali, grazie alle ricerche condotte da un team di archeologi subacquei dell'Università degli Studi di Napoli "L'Orientale". Le indagini - coordinate da Fabrizio Pesando, docente di Topografia Antica e direttore del Centro Interdipartimentale di Servizi per l'Archeologia, e dirette dal responsabile del Laboratorio di Archeologia Subacquea, Michele Stefanile – sono state eseguite in convenzione con la Soprintendenza Archeologica del Lazio e fanno parte del Southern Latium Underwater Survey, progetto di ricerca finalizzato alla schedatura, al rilievo e alla creazione di un sistema di documentazione informatica relativa alle ville marittime, agli approdi, agli insediamenti portuali e alle aree di allevamento ittico diffusi in età romana lungo le coste del Lazio meridionale.


La villa di Gianola
Nella villa marittima di Gianola, imponente residenza su terrazze affacciata sul Golfo di Gaeta, costruita in età tardo-repubblicana e rinnovata nel corso dei secoli successivi, sono proseguiti i lavori che già nel corso del 2013 avevano permesso di riconoscere, al di sotto delle strutture di un porticciolo moderno, le tracce di un'antica peschiera; l'impianto, di particolare importanza per la sua antichità e complessità, era suddiviso in vasche destinate a pesci di differenti specie e dimensioni (sul modello delle piscinae loculatae citate da Varrone), e sfruttava l'apporto combinato di acqua marina e acqua dolce, proveniente da una serie di sorgenti naturali, per l'allevamento ittico. Durante la campagna 2014, i lavori sono proseguiti, anche grazie al supporto logistico del Parco Regionale Riviera di Ulisse, che ha fornito mezzi nautici e personale; è stato così possibile comprendere meglio lo sviluppo del complesso dalla prospettiva del mare, mettendo in stretta relazione i resti sommersi con le strutture a terra, e ottenendo dati interessanti sui cambiamenti del profilo costiero nel corso dei secoli.

La villa di Sperlonga
A Sperlonga, dove si conservano i resti della maestosa villa che appartenne all'imperatore Tiberio, gli archeologi dell'Orientale hanno affiancato un gruppo di lavoro dell'Università di Milano (coordinato dal prof. Fabrizio Slavazzi), immergendosi nei fondali antistanti la residenza e il moderno insediamento di Sperlonga e raccogliendo significativi dati sulle profonde modificazioni della linea di costa e sul massiccio insabbiamento che hanno in parte occultato, in parte conservato a pochi metri di profondità numerose testimonianze di età Romana relative al complesso imperiale e ai suoi numerosi ambienti prospicienti il mare. Precise operazioni di rilievo, documentazione e schedatura delle strutture relative alla grande piscina-acquario posta all'interno della spelunca della villa, hanno invece consentito di gettare nuova luce su uno dei punti più suggestivi, ma ancora non completamente noti, della grande residenza imperiale. Nonostante la massiccia bibiliografia sul tema, infatti, legata in particolare al rinvenimento, nell'antro, dei celebri gruppi scultorei dell'accecamento di Polifemo, di Scilla, del ratto del Palladio e di Ulisse e Achille, a oltre mezzo secolo dalla scavo della grotta mancavano ancora rilievi e prospetti accurati relativi alle vasche e agli impianti connessi con l'allevamento di pesci.

Fonte foto: Michele Stefanile