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28 marzo 2024, Aggiornato alle 16,33
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Politiche marittime

Crescita sostenibile, il piano Ue per innovare l'economia blu

La Commissione Europea ha presentato un programma di azioni per accrescere la conoscenza delle risorse oceaniche e stimolare l'occupazione nel settore marittimo


Si parla tanto di "economia blu" e della sua importanza per il futuro del Vecchio Continente, ma si tratta di un tema così vasto e articolato che diventa difficile definirne le peculiarità. Cerca di mettere un po' di ordine la Commissione Europea che ieri ha presentato un piano d'azione per accrescere le conoscenze nel settore e contribuire ad un uso sostenibile delle risorse oceaniche, stimolando la crescita e l'occupazione.


Gli obiettivi principali del piano:


• elaborare una mappa digitale dell'intero fondale marino delle acque europee entro il 2020;
• creare una piattaforma di informazione online, operativa entro la fine del 2015, sui progetti di ricerca marina nell'ambito del programma Orizzonte 2020 e sui lavori di ricerca marina finanziati a livello nazionale e condividere i risultati dei progetti portati a termine;
• istituire un forum sull'economia blu destinato al mondo della scienza e delle imprese, che coinvolga il settore privato, gli scienziati e le ONG per contribuire a modellare l'economia blu del futuro e condividere idee e risultati. Una prima riunione si terrà a margine dell'evento Giornata marittima 2015 al Pireo, in Grecia;
• incoraggiare gli operatori della ricerca, delle imprese e dell'istruzione ad individuare le esigenze e le competenze della forza lavoro di domani nel settore marittimo entro il 2016;
• esaminare la possibilità di costituire, dopo il 2020,  una Comunità per la conoscenza e l'innovazione (CCI) per l'economia blu che riunisca i principali soggetti interessati provenienti dal mondo della ricerca, delle imprese e dell'istruzione. Le CCI, che fanno parte dell'Istituto europeo di innovazione e tecnologia (IET), possono promuovere l'innovazione in vari modi, per esempio mediante programmi di formazione e istruzione, agevolando il percorso dalla ricerca al mercato e promuovendo progetti di innovazione e incubatori di imprese.


Il contesto

L'economia marittima o "economia blu" ha una portata molto ampia nell'UE, con oltre 5 milioni di lavoratori in settori molto diversi tra loro quali la pesca, i trasporti, la biotecnologia marina e le energie rinnovabili offshore.
Tra il 2007 e il 2013, la Commissione europea ha contribuito con una media di 350 milioni di euro all'anno alla ricerca marina e marittima nell'ambito del settimo programma quadro. Una parte considerevole di tale ricerca è effettuata anche mediante i programmi degli Stati membri (circa 300 milioni di EUR all'anno in Francia e Germania, ad esempio). La crescita blu rappresenta un "settore prioritario" nel nuovo programma Orizzonte 2020, con un bilancio di 145 milioni di EUR per il solo biennio 2014-2015 ed ulteriori possibilità di finanziamento in altri comparti del programma.
Il 30% circa dei fondali circostanti l'Europa non è ancora stato oggetto di ricerche. La percentuale varia dal 5% del Golfo di Biscaglia e della costa iberica ad oltre il 40% del Mare del Nord, del Mar Ionio e del Mediterraneo centrale. Una migliore comprensione di ciò che accade al di sotto del livello del mare consentirà di conoscere meglio le risorse oceaniche e di capire come sfruttarle in modo sostenibile.
Le carenze in termini di competenze sono già evidenti nel settore dell'energia eolica. Nel 2012 tale settore offshore ha costituito il 10% della capacità eolica annuale installata e ha impiegato direttamente e indirettamente 58mila persone in tutta Europa. Si prevede che entro il 2020 la percentuale di energia eolica offshore raggiungerà il 30% della capacità eolica annuale installata. Ciò significa 191mila posti di lavoro entro il 2020, destinati a salire a 318mila entro il 2030. Ma la carenza di personale specializzato in questo settore potrebbe ulteriormente aggravarsi, passando dagli attuali settemila equivalenti a tempo pieno a 14mila, se non verranno sviluppate le necessarie competenze, ad esempio nei settori della manutenzione e della fabbricazione.