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19 aprile 2024, Aggiornato alle 09,15
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Cabotaggio, la vitalità del Mediterraneo

In Europa l'Italia è seconda solo al Regno Unito in questa forma di trasporto. Nel Mezzogiorno la nave ha una quota tripla rispetto al camion


L'Italia continua ad operare con vitalità nel Mediterraneo per quanto riguarda i trasporti marittimi, anche se la sua quota di mercato resta, rispetto all'Europa, relativamente bassa. E' questa la diagnosi del centro Studi e Ricerche per il Mezzogiorno, centro di analisi statistico che recentemente ha aperto un'Osservatorio permanente dedicato proprio al trasporto marittimo in quest'area geografica. Il 12 febbraio Srm Maritime Economy (è il nome del l'Osservatorio) ha così pubblicato il suo primo studio (su fonte Eurostat) che analizza le quote di trasporto in Italia, e il loro volume di affari, rispetto agli altri paesi europei a 28.
Un primo punto da sottolineare è che il trasporto marittimo in Italia è la seconda forma di trasporto dopo il camion. E' infatti pari al 30,6% del totale (il camion è al 35,5%) con un volume pari a 192 miliardi. Seguono l'aereo a 7,9% (49,4 miliardi) e le ferrovie con appena il 2% (12,5 miliardi).
Short sea shipping. L'Italia è leader nel cabotaggio, se non in tutta Europa, con una quota tra Mediterraneo e Mar Nero che supera il 36,6% (circa 298 milioni di tonnellate, il periodo è da gennaio a ottobre 2013). E' infatti la seconda in Europa, seguendo il Regno Unito a 320 milioni di tonnellate. Infatti le tre aree dove il cabotaggio va forte sono il Mediterraneo (27,6% della quota europea), Mare del Nord (26,5%) e Mar Baltico (21,2%). «Lo short sea shipping è una modalità di trasporto già molto rilevante nell'Europa – si legge nel documento – ma che probabilmente in futuro potrebbe ulteriormente crescere di importanza per effetto del gigantismo navale e della razionalizzazione dei servizi. Con i diffondersi delle alleanze e con l'aumentare delle dimensioni delle navi, è presumibile attendersi anche un aumento del traffico di trasbordo».
Mezzogiorno. Qui i parametri cambiano di sostanza. Nel periodo tra gennaio e settembre 2013 la maggior parte delle merci ha viaggiato via mare (63%), pari a un volume che sfiora i 45 miliardi (il camion è al 20,9% con affari pari a 14,9 miliardi). Di questa quota, il 15,1% è ascrivibile alla Campania (6,8 miliardi), con i porti di Napoli e Salerno e gli interporti di Marcianise e Nola che movimentano quasi tutta questa quota. In questa regione, tra settembre 2012 e settembre 2013, l'interscambio è cresciuto del 6,9%. L'export è cresciuto dell'8,7%. Metalli e manufatti in metallo sono la principale categoria con una quota pari al 37,5% del totale. I primi partner della Campania sono l'Asia orientale (22,2%), seguono l'Europa dei 28 (15,6%) e l'America settentrionale (14,5%).