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28 marzo 2024, Aggiornato alle 16,33
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Politiche marittime

Monitoraggio rifiuti, buone notizie dalle Bocche di Bonifacio

Nell'area tra Italia e Francia, i ricercatori dell'Accademia del Leviatano hanno trovato valori bassi rispetto al resto del Tirreno. Ma avvertono: "In estate potrebbero aumentare"


Una buona notizia (forse) per il Mediterraneo. I risultati preliminari della campagna di monitoraggio invernale dei rifiuti galleggianti nella regione transfrontaliera delle Bocche di Bonifacio (tra Italia e Francia), promossa dall'Accademia del Leviatano, sta mostrano infatti valori bassi rispetto ad altre aree costiere nel Tirreno. I rifiuti marini stanno diventando  un vero problema per la salute del mare. Grandi quantitativi di rifiuti giungono da terra e, soprattutto le plastiche, che non riescono a degradarsi possono essere ingeriti da tartarughe, cetacei ed uccelli. La plastica può frammentarsi in particelle più piccole che vengono ingerite dai pesci entrando così a far parte anche della catena alimentare dell'uomo.
Per poter valutare i quantitativi di plastica in mare, l'associazione onlus sta monitorando, in specifiche aree di valutazione nel Tirreno, la distribuzione e l'abbondanza di plastiche galleggianti più grandi di 25 centimetri. Per raccogliere i dati i ricercatori utilizzano un metodo sperimentale già utilizzato in altre parti del mondo ed adattato da ISPRA ed Università di Pisa per la situazione mediterranea. Il metodo utilizza per il monitoraggio i traghetti di linea come piattaforme di osservazione, permettendo così sia di poter monitorare aree di mare alto, sia di poter ripetere le osservazioni lungo la stessa rotta. I dati raccolti sembrano positivi: è stato infatti censito, nella regione delle Bocche di Bonifacio, dopo più 1100 km percorsi, circa un oggetto per km quadro. Questo valore aumenta del 50% proprio nell'area dello Stretto.
Rispetto alle altre aree monitorate, l'arcipelago Toscano e le coste Laziali, il quantitativo di rifiuti censito è di circa la meta. I ricercatori coinvolti sottolineano, però, che il dato è preliminare e che riguarda solo il periodo invernale. Il turismo estivo, infatti, potrebbe apportare nell'area un maggior quantitativo di rifiuti. Lo studio dell'Accademia del Leviatano proseguirà fino all'estate ed è reso possibile grazie alla collaborazione delle compagnie di traghetti Grimaldi Lines e Corsica-Sardinia Ferries e riguarderà tutto il Tirreno. Anche Legambiente, con Goletta Verde partecipa al monitoraggio utilizzando la stessa metodologia di raccolta dati. Il protocollo di monitoraggio è all'interno del network internazionale che monitora i cetacei utilizzando traghetti di linea. Al network, coordinato da ISPRA, partecipano anche la Fond. CIMA, l'Università di Pisa, l'AMP di Capocarbonara, l'ass. Ketos, oltre agli enti francesi EcOcean e GIS3M e quelli Tunisini Ass. Atutax ed Università di Bizerte.