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23 aprile 2024, Aggiornato alle 09,22
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Federagenti: "Concordia deve restare in Italia"

Il presidente Pappalardo chiede al governo di muoversi in anticipo "per chiudere in casa la triste pagina della Costa Concordia"


«La Costa Concordia deve restare in Italia non per riconoscere al nostro paese una sorta di "danni di guerra" che pure ha subìto anche in termini di immagine, ma perché la marineria italiana, dopo aver patito le gravi conseguenze di quella immane sciagura, ha dimostrato dalle fasi immediatamente successive al naufragio sino ad oggi, tutta la professionalità, la competenza e il prestigio che le viene riconosciuto sul piano internazionale». Il presidente Federagenti Michele Pappalardo scende in campo per Costa Concordia, la nave naufragata sull'isola del Giglio la sera del 13 gennaio 2012, e lo fa difendendo la scelta di smantellarla in Italia: «L'operazione di smantellamento finale della grande nave in un porto italiano deve rappresentare la necessaria conclusione».
Da qui l'invito al governo "a sciogliere il nodo Costa Concordia" in anticipo rispetto alle date previste dalla compagnia armatrice per lo spostamento della nave. «La compostezza della gente del Giglio, l'efficienza delle operazioni di soccorso, il successo conseguito dall'ingegneria italiana nel raddrizzamento del relitto – conclude Pappalardo – forniscono al nostro paese tutte le credenziali per chiudere in casa la triste pagina della Costa Concordia».