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24 aprile 2024, Aggiornato alle 10,25
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Infrastrutture

Fincantieri in Borsa, il piano del governo

Con la quotazione del 40% si dovrebbero recuperare 1,5 miliardi sul debito pubblico. I sindacati, da sempre contrari, annunciano due giorni di manifestazioni


Recuperare tra i 10 e i 12 miliardi di euro entro la fine del 2014, di cui circa 1,5 miliardi da Fincantieri. E' questo il piano di privatizzazione messo in campo dal governo Letta per risanare il debito pubblico. Otto aziende in tutto: Eni, Stm e Enav per le partecipazioni dirette e Sace (Cdp), Fincantieri (Cdp), Cdp Reti (Cdp), Tag (Cdp) e Grandi Stazioni (Fs) per quelle indirette. Il gruppo cantieristico italiano, al 100% pubblico, andrebbe in Borsa con una quota del 40%, con un ricavo per le casse dello Stato che dovrebbe essere intorno agli 1,5 miliardi.
Se tutto andrà secondo i piani, la metà del ricavato di questo "pacchetto" di privatizzazioni andrà a ridurre il debito pubblico per l'anno prossimo, mentre l'altra metà – visto che si tratta di operazioni che interessano Cassa Depositi e Prestiti entro cui ricadono Sace, Fincantieri, Cdp Reti, Tag e Grandi Stazioni - andrà a ricapitalizzare la stessa Cassa.
I sindacati sono sempre stati contro la privatizzazione di Fincantieri. Già nel secondo governo Prodi (2006-2007) il progetto di cessione del 50% naufragò scontrandosi con il no compatto delle associazioni di categoria. Il rischio è che l'azienda possa perdere proprio quella competitività che l'ha contraddistinta in questi anni di crisi che, nonostante la penuria delle commessa, ha permesso a Fincantieri di mantenere i conti in ordine e di acquisire un colosso della cantieristica come Stx Osv. «Fincantieri – afferma la Uil - in questi anni si è saputa risollevare, ha saputo mantenere una posizione importante sui mercati internazionali attraverso enormi sacrifici da parte dei suoi dipendenti, oggi la si vuole mettere in vendita solo per far quadrare i conti del Paese e per essere in linea con le direttive di bilancio comunitarie». Ma il sindacato non dice no alla quotazione («è la strada più percorribile») a patto che le risorse ricavate non siano "espropriate" dal patrimonio pubblico: «Siamo convinti che i ritorni economici di questa operazione debbano essere indirizzati a incrementarne il capitale sociale». Durissima la Fiom-Cgil: «Una pura logica di privatizzazioni per fare cassa».
Il 10 e 12 dicembre a Roma i sindacati scenderanno in piazza per manifestare contro il piano privatizzazioni.