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29 marzo 2024, Aggiornato alle 08,24
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Demolizioni, gli armatori contro le proposte Ue

Le associazioni mondiali di settore condannano il progetto comunitario di tassare le navi mercantili per pagare lo smantellamento delle vecchie unità


Gli armatori proprio non li digeriscono gli emendamenti che saranno votati dal Parlamento europeo in questi giorni sulla nuova normativa circa la demolizione delle navi. Le loro associazioni mondiali - Europan Community Shipowners' Association (Ecsa), International Chamber of Shipping (Ics) e Asian Shipowners' Forum (Asf) - si sono quindi riunite, riferisce il Secolo XIX, per condannare la proposta del comitato Ambiente dell'Unione europea di imporre una tassa a tutte le navi mercantili che toccano porti del Vecchio Continente per pagare la demolizione delle vecchie unità dismesse nell'Ue. "Il risultato di questa tassa - dice il segretario generale dell'Ecsa, Alfons Guinier - sarà un grosso danno per i partner commerciali dell'Europa, e non mi riferisco solo ai maggiori Paesi che operano nell'industria delle demolizioni, come l'India o la Cina, ma anche a quei Paesi che hanno una forte vocazione al settore marittimo, come il Giappone o Singapore. Come questione di principio, è sbagliato imporre una tassa su un settore industriale per sostenerne un altro, specialmente senza che sia stata fatta una consultazione con le parti in causa"
Gli armatori ritengono che se adottati, gli emendamenti Ue mineranno alla base l'entrata in vigore della Convenzione di Hong Kong sulle demolizioni navali che è stata adottata dall'International Maritime Organization (Imo) nel 2009 - con il pieno supporto dell'industria - per migliorare le condizioni ambientali e lavorative nel comparto degli smantellamenti navali, la maggior parte dei quali distribuiti in Asia. "La convenzione di Hong Kong - dichiara il segretario generale dell'Ics, Peter Hinchliffe - rischia di essere seriamente danneggiata. Non è solo la questione della tassa. Ci sono anche altre cose, come le sanzioni contro gli armatori non europei che non rispetteranno la norma, la creazione di una lista unilaterale di strutture per la demolizione adeguate agli standard richiesti dall'Ue: tutto questo farà sì che le nazioni asiatiche non saranno in grado di ratificare la Convenzione Imo".