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19 aprile 2024, Aggiornato alle 13,17
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Marò, rischio boicottaggio per l'Italia

L'ambasciatore italiano, che aveva garantito per il ritorno, costretto a restare in India. A rischio le relazioni "cantieristiche" tra l'Italia e il paese asiatico


Una tensione scoppiata prima in un incidente, poi in una vera e propria bomba diplomatica quella accaduta tra India e Italia sul caso dei due marò dell'Enrica Lexie
L'ambasciatore italiano in India, Daniele Mancini (nella foto), non può lasciare il paese. A proibirglielo il governo indiano visto che è stato proprio Mancini ad aver garantito per il ritorno dei due fucilieri della Marina che sarebbero dovuti rientrare il 22 marzo, giusto il tempo di votare alle elezioni politiche.
La grana avviene all'inizio di questa settimana quando il ministero degli Esteri ha annunciato in uno stringato comunicato che non lascerà andare i due marò, decisione «assolutamente inaccettabile» per il primo ministro indiano Manmohan Singh.
Confitarma ha subito appoggiato la decisione, giustificandola con il fatto che i due militari al momento della sparatoria erano agenti di Stato in acque internazionali, perciò non processabili in questi termini.
E' ormai certo che i due militari non torneranno, ma questo non vuol dire che l'India si ritroverà con un pugno di mosche in mano, anzi. Ha vinto la decisione di proteggere i militari, avallando il desiderio di chi li ha sempre voluti a casa, a prescindere dalla loro condizione processuale. L'India però, oltre ad essere un nostro diretto partner commerciale, è una potenza economica mondiale in crescita esponenziale. In ogni caso bisognerà aspettarsi una forma di boicottaggio. 
Gli armatori italiani costruiscono e demoliscono in India e la cantieristica navale italiana ha diversi accordi proprio in campo militare. Dovesse avere delle conseguenze "commerciali" la ripercussione indiana, i primi effetti nel mondo marittimo si vedranno proprio qui.