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19 aprile 2024, Aggiornato alle 10,23
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Infrastrutture

Fincantieri, missione compiuta

Conti in ordine e cassa positiva. A un anno dal riassetto il gruppo ce l'ha fatta. Manca solo la quotazione in Borsa, rimandata al 2014, e un accordo per Sestri Ponente 


di Paolo Bosso 
 
Conti in ordine, cassa positiva, e piano di sviluppo che guarda in avanti. A un anno dall'avvio del processo di ristrutturazione, per Fincantieri si può parlare di una missione compiuta. Certo, attraverso Fintecna, è controllata dal ministero dell'Economia, perciò per alcune cose si tratta di un gioco facile, ma ciò non toglie che siamo di fronte ad un'azienda che con l'aria che tira dimostra una forza notevole.
L'ultima mossa l'acquisto della norvegese Stx Osv che aggiunge un altro tassello, una risposta fondamentale ai profondi cambiamenti che la cantieristica europea ha subìto negli ultimi dieci anni: la diversificazione. Con questo acquisto, infatti, non solo entra in un settore ad altissimo valore aggiunto, l'offshore, ma completa la politica di diversificazione delle attività. «Un colpo d'ala non scontato in un settore in cui tanti hanno paura» è stato il commento del ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera.
Manca solo un ultimo passo: la quotazione in Borsa. Sarebbe dovuta avvenire nel 2008, poi la crisi…ora tutto è rimandato al 2014. A meno di altre sorprese, per l'anno prossimo il primo cantiere italiano sarà composto anche di azioni. 
Infine, per quanto riguarda il riassetto dei suoi stabilimenti, dei sette (Monfalcone, Marghera, Ancona, Sestri Ponente, Riva Trigoso, Castellammare di Stabia, Palermo), solo Sestri Ponente non ha ancora raggiunto un accordo sindacale. 
Di tutto questo equilibrio gestionale si è complimentato nei giorni scorsi il ministro Passera. «Crollo del mercato, sfiducia dell'azionista pubblico sul rilancio, piano di impresa ritirato, sfilacciamento nei rapporti sindacali erano le condizioni che circondavano il gruppo» racconta Passera da Monfalcone nel corso di una visita avvenuta ieri. «Abbiamo rivisto il piano, ci abbiamo lavorato a testa bassa, senza clamore, con un management di qualità, oggi possiamo dire di esserci riusciti». Certo, «non abbiamo superato la crisi, non bisogna abbassare la guardia; nel mondo ci sono altre realtà che possono competere». In particolare «soffriamo per la domanda che si è rarefatta. Nel settore navi da crociera la domanda si è dimezzata». E sull'ipotesi di rassettare addirittura l'azienda madre, Finmeccanica, Passera si mostra sicuro: «Ho le idee precise. L'esperienza di Fincantieri è rilevante per molti altri settori in sofferenza della Finmeccanica». Come a dire: non è detto che in futuro sia la stessa Fincantieri ad avere più potere nella holding.