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17 aprile 2024, Aggiornato alle 18,17
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Logistica

ECG chiede impegno e sostegno per l’industria automotive in Italia

L'Europa reagisce alla crisi: Germania, Regno Unito, Francia e Spagna aiutano produzione, export ed imprese


La crisi dell' industria dell'auto europea riporta il settore ai livelli di vendita di 17 anni fa. Solo nel 2012 si stimano perdite per le case automobilistiche europee pari a 5 miliardi di Euro, ma le stesse viaggiano a due velocità, con marchi maggiormente penalizzati rispetto ad altri. Perché?
«Una delle principali cause di questa situazione sta nelle diverse politiche industriali attuate da ciascuno stato europeo e dalla mancanza di una regia unificata» sostiene Costantino Baldissara (nella foto), presidente ECG. «Ci sono governi europei che reagiscono meglio, dando alle industrie dell'auto strumenti per rimanere competitivi sui mercati, ed altri, come l'Italia che, non riconoscendo al settore dell'automotive un valore strategico di crescita economica, dedicano poche, scarse se non inutili attenzioni». Così si alternano scenari virtuosi a scenari angusti, nonostante l'impegno a livello europeo che punta ad elevare dal 16 al 20% il peso dell' auto sul pil europeo.
«Da questo quadro ne deriva un malessere diffuso -conferma Baldissara- dove i crolli delle vendite e gli eccessi di capacità produttiva di certo non risparmiano aspre ripercussioni a livello internazionale sull' indotto del settore automotive. E' questo il caso anche dei fornitori di servizi logistici e trasportatori di veicoli nuovi, che alle prese con crescenti costi operativi e ridotti margini di profitto, vengono investiti a pieno dagli eventi». 
Ombre (molte) e luci (poche) si alternano in uno scenario complesso in cui comunque non manca l'impegno di vari governi europei che, riconoscendo all'industria automotive domestica il ruolo di volano per la propria economia, ne sostengono il passo.
I dati parlano chiaro. La Germania ha incrementato la produzione di veicoli a circa 6 milioni di unità durante il 2011; nel Regno Unito si registra un aumento dell' export di veicoli dell' 8% a circa 1,2 milioni di unità nel 2012 su una produzione totale di 1,6 milioni di veicoli; il governo francese ha erogato aiuti per garantire la continuità di credito di PSA verso la clientela ed i concessionari e Madrid ha erogato 220 milioni di euro destinati ai costruttori di auto operanti sul territorio spagnolo.
ECG, pertanto, rivolge un appello soprattutto all' Italia, ai suoi interpreti politici ed alle parti sociali che, a differenza dei propri omologhi europei ed in un eccesso di populismo, sembrerebbero concentrati nel demonizzare l'automotive italiano piuttosto che  riconoscerne il vero valore strategico in termini di crescita economica. ECG apprezza i lodevoli e coraggiosi investimenti del Gruppo Fiat, che punta decisamente all'apertura verso nuovi mercati ed al lancio di nuovi veicoli maggiormente remunerativi.
«La bassa densità di veicoli in molti paesi europei ed esteri, il calo del tasso di cambio dollaro/euro, l'elevata età media del parco circolante europeo ed i positivi tassi di crescita delle economie emergenti – conclude Baldissara – sono tutti fattori confortanti per l'industria automotive. Tuttavia, rimane la necessità di una giusta considerazione e sostegno da parte delle istituzioni in questo particolare periodo storico al fine di sostenere il settore automotive ed i propri fornitori».