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19 aprile 2024, Aggiornato alle 10,23
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Infrastrutture

Nautica italiana col fiato corto

Assomarinas e Ucina raccontano lo stato di salute del settore. Rimessaggio in calo del 30 per cento, richiesta di ormeggi quasi dimezzata. Sale la pressione fiscale 


Si addensano nuvole cariche di pessime notizie per la nautica italiana: le richieste di ormeggi e di rimessaggio sono in forte caduta. Ad annunciarlo il presidente di Assomarinas Roberto Perocchio nel corso del "Work in progress tra recessione e programmi di sviluppo – Fisco, Territorio e Impresa", incontro pubblico tenutosi a Castellammare di Stabia dall'associazione italiana dei porti turistici nell'ambito dei lavori dell'assemblea annuale. «Purtroppo – ha affermato Perocchio- il 2012 non è stato un buon anno per la nautica e dalle notizie che ci giungono dai nostri associati (Assomarinas raggruppa 88 marine distribuite lungo le coste nazionali, ndr.) per il prossimo anno le previsioni sono pessimistiche, non c'è da stare allegri. La caduta è verticale: la richiesta di ormeggi è stata inferiore del 15/25% in alcuni casi si è raggiunto il 50%. I rimessaggi sono calati del 30%». Mentre il presidente affermava questo nel Sud Italia, al Nord a Santa Margherita Ligure il presidente di Ucina Anton Francesco Albertoni affermava «che dal 2008 al 2012 il settore nautico ha perso in valore oltre l'80%. Su questo pesa sia la diminuzione congiunturale dei consumi e delle spese sia insensati atti di politica economica, quasi incredibili se si pensa essere stati condotti da un governo composto da tecnici che si presume abbiano competenza in materia».
Stessi concetti ribaditi da Perocchio che, però, annunciava come nel piano sviluppo di porti turistici ai 14mila posti barca esistenti ed ai 21mila da costruire se ne aggiungeranno ben 42mila in discussione. In totale circa 80mila posti barca tra disponibili, in arrivo e in progetto. Non saranno troppi in considerazione di una crisi che, nel breve, non vede via d'uscita?
Su questi temi è proseguita la discussione che ha visto promotori, tra gli altri, Antonio Barreca direttore generale di Federturismo su "Azioni europee per lo sviluppo del turismo costiero"; Franco Vernassa su "Pressione fiscale nel comparto nautico" e Stefano Zunarelli su "Projet-financing e portualità turistica".
Vernassa ha confermato la forte pressione fiscale sul comparto: solo il governo Monti ha effettuato sette manovre; mentre il precedente governo Berlusconi ne ha fatte 12 in dodici mesi. I sette provvedimenti Monti prevedono 398 decreti, di cui solo 40 sono stati varati. Comparto in ginocchio? Per Barreca il settore nautico è sicuramente il più penalizzato tra quelli del comparto turistico.